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lunedì 16 Giugno 2025,

Mel, tesoro dall’Archivio storico: la pergamena di dedizione alla Serenissima del 1420

Rappresenta uno dei documenti più preziosi conservati.

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Sono passati esattamente 600 anni da quanto il doge Tommaso Mocenigo concesse il privilegio alla Comunità di Zumelle (seconda dedizione), che confermava quello del 1404 (prima dedizione), garantendo libertà, ordini e consuetudini in essere. Vergato su pergamena, rappresenta uno dei documenti più preziosi conservati nell’Archivio storico di Mel e l’anniversario fornisce l’occasione per vederlo almeno virtualmente.

A fronte della dedizione il doge eliminò l’obbligo di dare formaggio al castellano nel giorno di santa Margherita e ordinò di versare a titolo di riconoscimento un censo annuo di 800 lire di piccoli, ripartito in due rate da versare nei giorni di san Pietro (29 giugno) e san Martino (11 novembre). In rappresentanza degli zumellesi erano presenti a Palazzo Ducale: Pietro fu Tolomeo di Mel, Gasparino figlio del notaio Giovanni, Giovanni fu Perosino di Villa, Cichino fu Merlo di Talandino, Giacomello fu Domenico di Zottier, Giovanni Francesco fu Pupo di Carve.

Il territorio di Trichiana, giurisdizione di Belluno, era già passato sotto il governo della Serenissima in aprile, mentre la contea di Cesana lo farà in giugno.

Per comprendere la rilevanza dell’evento meglio partire dalla descrizione del contesto storico. «All’inizio del Quattrocento si crearono le condizioni per cui Venezia, da sempre orientata al mare e ai commerci, decise la conquista della Terraferma: nel giro di pochi anni allo “Stato da mar” si affiancò lo “Stato da terra” e il leone marciano fu raffigurato con le zampe anteriori sulla terra e quelle posteriori su piccole onde», ricorda Monica Frapporti, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Borgo Valbelluna. «Gli interessi che legavano Venezia alla Terraferma erano da un lato la necessità di rifornimenti di viveri e legname, dall’altro le vie terrestri per i mercati occidentali. Doveva quindi assicurarsi le spalle e impedire che una qualsiasi potenza accerchiasse la laguna: era necessario cioè impadronirsi di tutto il Veneto».

Nel 1402 la peste si portò via Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano e di gran parte del Veneto, e Venezia approfittò del vuoto di potere per inserirsi nello scacchiere politico occidentale. Di fronte al gioco di potere tra Scaligeri, Carraresi, Visconti e Imperiali, che cercavano di allargare i propri domini, nella primavera del 1404 le città del Veneto, prima fra tutte Vicenza, chiesero l’annessione allo stato marciano, ricevendo in cambio garanzia di sicurezza e stabilità e al contempo mantenendo ampie autonomie locali e i propri statuti. Il governo della Repubblica di Venezia, interrotto con l’instaurarsi del potere imperiale di Sigismondo d’Ungheria, fu ristabilito nel 1420 (seconda dedizione) e si mantenne sino alla fine del Settecento con l’arrivo di Napoleone.

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