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mercoledì 25 Giugno 2025,

Asili nido, appello dei sindaci alla Regione per riaprirli

Massaro e Perenzin, presidente e vicepresidente della Conferenza dei sindaci dell'Ulss 1 Dolomiti, sottolineano la grande necessità di questi servizi.

Appello dei sindaci bellunesi alla Regione Veneto affinché provveda alla riapertura degli asili nido che era prevista per l’1 giugno dall’ordinanza regionale n. 50 dello scorso 23 maggio, ma che poi è stata sospesa dalle «Linee di indirizzo per la riapertura dei servizi per infanzia e adolescenza 0-17 anni», elaborate dalla Direzione Prevenzione della Regione del Veneto e recepite dall’ordinanza n. 55 di venerdì 29 maggio. A questo proposito – spiega il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 1 Dolomiti, Jacopo Massaro, che ha affrontato il tema insieme al collega di Feltre e vicepresidente Paolo Perenzin – l’assessore regionale Manuela Lanzarin ha precisato che «anche se le Linee di indirizzo includono già le indicazioni relative anche alla fascia 0-3 anni, allo stato attuale è possibile attivare solamente i servizi rivolti ai bambini con età superiore ai 3 anni. I servizi per la prima infanzia verranno attivati a partire da una data che sarà successivamente indicata, anche a seguito delle interlocuzioni in corso con le Strutture nazionali di riferimento».

Da qui la richiesta di Massaro e Perenzin alla Regione di riaprire quanto prima questi servizi. «È comodo rivendicare autonomia nelle scelte, ma evitare di esercitarla quando si richiede l’assunzione di responsabilità», sottolineano i due sindaci. «Capiamo che la Regione preferirebbe poter attendere alcune indicazioni nazionali sugli aspetti operativi per togliersi delle responsabilità, ma ricordiamoci che è la Regione che fissa gli standard per l’erogazione di questi servizi. Invitiamo quindi la Regione a prendere in mano al più presto la questione degli asili nido. Non lo chiediamo solo noi, ma lo chiedono le famiglie, che dall’inizio di questa emergenza non solo avrebbero avuto bisogno di un sostegno nella gestione familiare, ma hanno giustamente sottolineato l’enorme valore educativo che questi servizi producono nei confronti dei bambini della fascia 0-3; lo chiedono i gestori dei servizi, ormai fermi da tre mesi, che vedono sempre più difficoltà a garantire la ripresa del servizio e i posti di lavoro; lo chiedono anche i Comuni, che spesso si trovano anche a dover pagare un servizio pur senza poterlo erogare alle famiglie».

C’è poi la questione risorse. «Sicuramente vi sarà la necessità di incrementare gli educatori, il personale di supporto e probabilmente anche gli spazi dedicati, con un’impennata nelle spese», fanno presente i due primi cittadini. «Prendiamo atto che il Governo ha già stanziato 150 milioni di euro per questa emergenza, che non sono tantissimi, ma almeno sono un inizio; ora attendiamo segnali fattivi anche da parte della Regione. Ne abbiamo davvero bisogno».

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