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venerdì 19 Aprile 2024,

Cesiomaggiore, anche la bandiera armena da oggi sulla facciata del municipio

Insieme alla bandiera italiana e a quella europea, per esprimere solidarietà alla popolazione civile del territorio di Nagorno Karabakh, piccola regione del Caucaso meridionale di etnia armena e di religione cristiana nuovamente colpita da sanguinosi bombardamenti da parte delle forze armate dell’Azerbaijan che ne rivendicano il possesso.

Dal settembre scorso la popolazione civile del territorio di Nagorno Karabakh o Artsakh (nome armeno), piccola regione del Caucaso meridionale di etnia armena e di religione cristiana, è nuovamente colpita da sanguinosi bombardamenti da parte delle forze armate dell’Azerbaijan che ne rivendicano il possesso. Iniziata nel 1988, l’annosa contesa ha fatto nel tempo migliaia di vittime tra le popolazioni inermi, nonostante i numerosi tentativi di risoluzione pacifica del conflitto, le tregue temporanee e gli accorati appelli lanciati da papa Francesco.

Tale conflitto, nonostante l’alto numero di vittime tra i civili, risulta purtroppo quasi ignorato dai principali mezzi di comunicazione. Il popolo armeno in passato è stato vittima di atroci persecuzioni (ricordiamo il genocidio di un milione e mezzo di persone nel 1915 ad opera dei turchi) e purtroppo continua tuttora a soffrire.

Il Nagorno Karabakh è una regione lontana tremila chilometri rispetto all’Italia, ma la giunta comunale di Cesiomaggiore, seguendo quanto enunciato nell’articolo 1 dello Statuto comunale, ovvero il “ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e il riconoscimento della pace quale diritto inalienabile e fondamentale delle persone”, martedì scorso ha espresso solidarietà e vicinanza al popolo armeno e ha deliberato di esporre la bandiera nazionale armena all’esterno della sede municipale. Dunque, oltre alla bandiera italiana e a quella europea, da domani sulla facciata del municipio si vedrà anche il vessillo rosso-blu-arancio della Repubblica Armena, con l’auspicio che questo piccolo gesto simbolico si ripeta in tanti Comuni d’Italia e possa così richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema così ingiustamente sottovalutato.

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