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lunedì 15 Dicembre 2025,

Il concorso Dante Moro non cede alla pandemia: al via la quarta edizione

Ideato quattro anni fa dalla pianista Silvia Tessari e dal direttore d’orchestra Delio Cassetta, organizzato da Dolomiti Symphonia Orchestra di Belluno, sfida i concorrenti nella creazione di un brano originale per pianoforte e orchestra d’archi ispirato ad una scultura dell’artista di Falcade Dante Moro, scomparso nel 2009.

La quarta edizione del concorso internazionale di composizione Dante Moro non cede alla pandemia, anzi, vede un notevole incremento di iscritti. Ideato quattro anni fa dalla pianista Silvia Tessari e dal direttore d’orchestra Delio Cassetta, organizzato da Dolomiti Symphonia Orchestra di Belluno, il concorso sfida i concorrenti nella creazione di un brano originale per pianoforte e orchestra d’archi ispirato ad una scultura dell’artista di Falcade Dante Moro, scomparso nel 2009. La composizione è lavoro che richiede straordinario impegno per fondere sentimenti e ragione, struttura e libertà, regole e intuizioni. Fatica e perfezionamento continuo, che rendono tutti i brani sottoposti al concorso già meritevoli di encomio.

Ma spetterà alla giuria decretare il vincitore e le eventuali menzioni speciali. Giuria formata dai compositori italiani Paolo Troncon, Mario Pagotto, Nicola Straffelini, Claudio Scannavini e dallo sloveno Dušan Bavdek, dal maestro Cassetta e dalla Tessari. La caratteristica che distingue il concorso Dante Moro da analoghe competizioni nazionali è costituita dal fatto che oltre ad un premio in denaro, chi otterrà il primo posto avrà la possibilità di assistere all’esecuzione della sua opera in un concerto pubblico, tradizionalmente organizzato nella chiesa parrocchiale di Falcade durante il periodo natalizio.

Quest’anno, grazie al sostegno di mecenati, enti locali e dalla Regione Veneto, l’orchestra Dolomiti Symphonia, con Silvia Tessari, è convocata il 29 dicembre per accettare la sfida dell’interpretazione di musica nuova, appena creata, da ascoltare e godere per la prima volta. La realizzazione del concerto seguirà però inevitabilmente le regole dettate per le arti performative al fine di limitare la pandemia da Covid-19, e sarà organizzato nei tempi e nei modi consentiti dalla legislazione futura.

I concorrenti di questa quarta edizione del concorso sono di tutte le età, già significativamente presenti sulla scena nazionale e internazionale, iscritti da tutta Italia (dalla Sicilia al Veneto), dal Regno Unito, dall’Australia, dall’Iran. Un’apertura internazionale che permette, anche in quest’anno di orizzonti sempre più ristretti, di viaggiare attraverso la musica e di creare ponti e scambi di idee innovative. I concorrenti mostrano inoltre dei curricula di spicco per i numerosi titoli di studio in campo artistico e culturale. Uno stimolo in più per tutti quei giovani che cercano la strada della creatività nella musica. La giuria si riunirà alla fine di novembre e ad inizio dicembre sarà resa nota la classifica finale. Il concerto prevede anche un omaggio a L. V. Beethoven di cui ricorre nel 2020 il 150° della nascita e per questo verrà eseguito i triplo concerto per violino, violoncello e orchestra.

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1 commento

  • Questo evento è una testimonianza importante per sottolineare quanto il vostro concittadino lo scultore Dante Moro, sensibilissimo interprete delle voci del vento, del lavoro dell’uomo, della vita nutrita nel ventre d’ogni madre e poi entrata nel mondo a guardare l’infinito, superando ogni difficoltà con perseverante forza interiore -questo lui insegna-, abbia trovato nella Famiglia, nell’Amicizia, nell’Espressione artistica d’incredibile potenza, tutta proveniente dalle vostre montagne, il più profondo riverbero della sua religiosità. Grazie per mantenere tra queste due Arti, la musica e tutta la produzione di Dante Moro un forte legame dalle radici vitali. Ho appena finito di leggere con commozione DANTE MORO NEL RICORDO DI UN AMICO: quell’amico è Franco Chiereghin, quel fotografo, sensibilissimo, è Carlo Maccà, quei curatori, determinati e coinvolti al massimo sono Cecilia Murer e Pietro Vannini. Ogni sua opera, come Ultima Cena del 1953 merita una concentrazione dello sguardo che interrompe il corso del tempo e apre un contatto diretto con l’Anima.
    Ilia Pedrina

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