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martedì 10 Giugno 2025,

Aiuti ai negozi di vicinato: 1,4 milioni per sostenere 65 attività

Il bando della Provincia con il sostegno economico del Fondo Comuni Confinanti. Le risorse sono andate a realtà sparse su tutto il territorio e non solo a quelle dislocate nei comuni di prima e seconda fascia, in un'ottica di area vasta.

Negli ultimi dieci anni, in provincia, hanno definitivamente abbassato le serrande 547 imprese del commercio. Un dato allarmante, aggiornato tra l’altro al primo semestre del 2020 e che non tiene conto in toto dell’annus horribilis contrassegnato dalla pandemia, che ha inciso e sta incidendo in modo pesante anche a livello economico. Per contrastare la “moria” di imprese si è mossa già da tempo la Provincia di Belluno, con il sostegno economico del Fondo Comuni Confinanti e con la collaborazione tecnica della Camera di Commercio di Treviso-Belluno Dolomiti e della Confcommercio di Belluno. Questa sinergia ha fatto nascere il bando dedicato ai negozi di vicinato, per sostenere il piccolo commercio di prossimità. Nel 2019 la prima edizione e poi, ad agosto 2020, la seconda puntata. Guardando alle aree montane e periferiche anche per agevolare la ripartenza post-Covid.

Il secondo bando ha un plafond di 1.430.000 euro (930 mila euro finanziati attraverso il Fondo Comuni Confinanti e 500 mila euro stanziati dall’amministrazione provinciale). Sono 79 le domande pervenute (nel 2014 erano state 104), di cui 65 hanno ottenuto il finanziamento (sul totale, 4 richieste non erano ammissibili e altre 10 avevano già ottenuto il finanziamento con il primo bando). «Le agevolazioni sono accordate sotto forma di contributo a fondo perduto per un importo massimo del 40% sulla spesa sostenuta ed effettivamente ammissibile. Il 60% è a carico del richiedente», ha precisato il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «Questo bando è un’azione di estrema rilevanza, in questo momento così difficile e delicato».

I punteggi per la formazione della graduatoria sono stati attribuiti in base alla localizzazione dell’intervento, altri in base all’età del legale rappresentante, altri ancora premiando le attività di esercizio di vicinato polifunzionali e i bar che hanno aggiunto al loro interno rivendite di generi alimentari. Le risorse sono andate alle attività di vicinato sparse in tutto il territorio provinciale: Agordo, Alpago, Arsiè, Auronzo, Belluno, Borgo Valbelluna, Calalzo, Canale d’Agordo, Cencenighe, Chies D’alpago, Colle Santa Lucia, Comelico Superiore, Cortina d’Ampezzo, Domegge, Falcade, Feltre, Limana, Livinallongo, Longarone, Lorenzago, Pieve di Cadore, Ponte nelle Alpi, Quero Vas, Santa Giustina, Santo Stefano, Sedico, Seren del Grappa, Tambre, Val di Zoldo, Vallada Agordina, Vigo, Vodo, Voltago. Non solo dunque i comuni confinanti (23 domande) e contigui (altre 23), ma anche tutto il resto della provincia (19 domande). «Il tutto rientra nella “filosofia” che vede il Fondo Comuni Confinanti estendere i benefici oltre Comuni di prima e seconda fascia, in un concetto di area vasta», ha evidenziato Roger De Menech, presidente del Comitato paritetico Fcc. «La Provincia nel 2019 ha deciso di estendere questa misura anche ai negozi di vicinato dei comuni inseriti in terza fascia, per dare un segnale a tutto il territorio, a 360 gradi», ha evidenziato il consigliere delegato della Provincia di Belluno Serenella Bogana. «La domanda è stata superiore all’offerta e questo indica che le attività hanno voglia di investire. Credo che qualcuno si sia anche reinventato,offrendo quei piccoli servizi che comunque servaono per mantenere viva la comunità».

L’ammontare degli investimenti fatti dalle aziende che hanno partecipato al bando è variegato. A Colle Santa Lucia l’impresa di Silvestro Dell’Andrea ha messo sul piatto oltre 200 mila euro, ottenendo un controbuti di 80 mila; l’impresa di Flavio Sperandio è storica e da qualche anno si è allargata con una sede a Falcade: ha presentato un progetto da 157.300 euro, ottenendo un finanziamento per 62.920. A Longarone, per fare un altro esempio, c’è la neo nata attività di Gianni e Matthias Baietta: l’investimento ammonta a più di 209 mila euro e grazie al bando ne sono stati ottenuti oltre 63 mila. Sfogliando la graduatoria, una trentina di domande può contare su aiuti dai 2 ai 10 mila euro; 13 sono beneficiarie di contributi che si aggirano sui 20 mila; altre 10 tra i 20 e i 40 mila; per 12 domande l’aiuto supera i 40 mila euro.

«Un bel risultato di cui la Camera di Commercio va orgogliosa, ringrazio lo staff camerale per il lavoro svolto e la Provincia che crede con noi, in questo sodalizio tra amministrazioni pubbliche, capace di generare risorse e senso di fiducia alle imprese, un supporto così necessario in questo momento di pandemia», ha affermato Mario Pozza, presidente della Camera di commercio Belluno-Treviso. «C’è chi ha voluto ampliare attività esistenti rendendoli polifunzionali, chi ha creato nuove attività per rispondere a nuovi bisogni, chi ha voluto restaurare i muri, le facciate per rendere più accoglienti i propri negozi. Ma dietro alle pratiche ci sono persone e storie, come chi, in difficoltà per il Covid, ha fatto telefonare alla Camera di commercio per assicurarsi che le pratiche del bando, presentate per i propri clienti, fossero andate a buon fine».

Il direttore di Confcommercio Belluno, Luca Dal Poz, riprendendo i dati dalle Camera di commercio ha tracciato un bilancio sullo stato di salute delle imprese: i dati del primo semestre 2020 sulla demografia d’impresa mostrano che negli ultimi 10 anni si sono perse 547 imprese del commercio. «Questo è il saldo», ha precisato Dal Poz. «Leggendo i dati ancor più nel dettaglio, si vede che quelle che hanno sofferto di più sono le sedi d’impresa locali (-568), mentre le unità locali dipendenti, ossia filiali di aziende che hanno sede fuori provincia, hanno registrato un +21. Si potrebbe anche pensare che il territorio bellunese sia attrattivo. Ma il fatto di vedere quel -568 sedi locali non può che allarmare. Se il bando va nell’ottica di dare prospettiva e futuro a chi vuole fare impresa, credo che sarebbe bellissimo che in futuro si possano dare aiuto non solo per le spese d’investimento (ed è il caso di questo bando), ma anche per le spese correnti».

«La provincia di Belluno è una delle poche che riesce, in questo periodo, a costruire delle politiche territoriali», ha fatto presente De Menech. «Un esempio virtuoso. In questi anni abbiamo trasformato il Fondo Comuni Confinanti e, con la lungimiranza dei sindaci e della provincia, siamo riusciti a estendere i benefici all’intero territorio, presenta un ventaglio di opzioni. Belluno sta diventando un progetto pilota anche per il governo nazionale. Ora si tratta di costituire un tavolo permanente che permetta di gestire in modo razionale le risorse». Sulla riflessione di Dal Poz, De Menech ha ricordato che «Uno dei grandi temi è il differenziale montagna, che si individua sia sulle spese d’investimento che su quelle correnti. Lavoriamo per portare a casa risultati: pensiamo all’Investiscuola».

Martina Reolon

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