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martedì 30 Aprile 2024,

Giovane bellunese agli arresti domiciliari dopo una spedizione punitiva

Insieme a un giovane di origine serba ha sfondato la porta di casa di un conoscente e poi l’ha percosso (procurandogli lesioni curabili in 20 giorni) a causa - pare - della sottrazione di una motosega.

Nella mattinata di oggi, venerdì 22 gennaio, la Squadra Mobile di Belluno ha eseguito un’ordinanza cautelare, emessa nella giornata di ieri dall’Ufficio Gip del Tribunale di Belluno su richiesta della Procura della Repubblica. Il provvedimento restrittivo ha disposto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a carico di un 23enne bellunese e l’obbligo di dimora nel Comune di Ponte nelle Alpi a carico di un 31enne serbo.

Lo scorso 11 gennaio, in pieno pomeriggio – spiega una nota della Questura di Belluno – i due si erano recati a casa di un loro conoscente con l’intento di effettuare una spedizione punitiva a causa della sottrazione di una motosega, che uno dei due malintenzionati aveva subito tempo addietro dalla parte offesa. La vittima si era barricata dentro casa a seguito delle minacce dei due, che avevano iniziato a prendere a calci e spallate la porta d’ingresso dell’abitazione con l’intento di abbatterla per penetrare dentro l’appartamento.

Dopo diversi colpi i due sono riusciti nel loro intento, scardinando l’infisso. Una volta entrati nell’abitazione, hanno trascinato la vittima sul pianerottolo del condominio e l’hanno colpita ripetutamente con pugni e calci. Nel far questo uno degli indagati ha utilizzato anche una catena avvolta sulle nocche della mano (i colpi hanno procurato al malcapitato una frattura delle ossa nasali e contusioni multiple, giudicate guaribili in giorni 20).

Per sua fortuna la vittima poco prima di subire l’intrusione in casa aveva contattato le Forze dell’ordine e ciò ha spinto i due aggressori a terminare quanto iniziato e allontanarsi. L’uomo percosso è quindi riuscito a raggiungere il Pronto Soccorso dove è stato sottoposto alle cure del caso.

La nota della Questura si conclude informando che sono in corso accertamenti al fine di vagliare, attraverso le dichiarazioni rese dagli indagati, se la causa di questa spedizione punitiva possa essere imputata anche ad altre motivazioni.

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