Un altro importante passo nel percorso di rigenerazione dell’ex chiesa dei Gesuiti, in centro storico a Belluno, in via Tasso: è stata montata la scala monumentale, che mette in connessione i due piani dell’edificio. «Un intervento particolarmente interessante dal punto di vista dell’architettura contemporanea», ha detto l’assessore all’urbanistica e alla rigenerazione Franco Frison, «in quanto va a inserirsi all’interno di una struttura storica di grande pregio». Ha preso forma anche una seconda scala, in questo caso di emergenza, per la sicurezza antincendio. Se tutto andrà secondo cronoprogramma l’opera, che rientra nel Progetto Belluno ed è finanziata dal Bando Periferie, dovrebbe concludersi in estate. A interventi ultimati il piano terra ospiterà una piazza coperta, che potrà anche diventare sede di un mercato coperto, mentre il primo piano sarà una grande sala polifunzionale di 500 mq, con strutture non fisse ma flessibili.
La scala monumentale. Il punto dei lavori è stato fatto nella mattinata di oggi, mercoledì 3 febbraio, con Frison, il sindaco Jacopo Massaro e i consiglieri della Commissione urbanistica di Palazzo Rosso, con in testa la presidente, Ida Bortoluzzi. «Il montaggio delle due scale consente l’accesso indipendente al primo piano della chiesa e permette così di non dover più utilizzare l’ascensore del Demanio e del fondo immobiliare o le scale degli stabili attigui per raggiungere il livello superiore», ha sottolineato Frison. «Abbiamo cercato così di mettere ordine in una situazione molto articolata: la suddivisione delle proprietà derivate dalla privatizzazione degli immobili pubblici attraverso la tecnica finanziaria della “cartolarizzazione”, voluta dall’allora ministro Tremonti e che ha visto anche il frazionamento di un bene unico come l’ex convento dei gesuiti, desta infatti ancora oggi perplessità».

Un salone dal 500 mq. Al primo piano sono state demolite le murature presenti, che frazionavano il bellissimo spazio di 500 metri quadrati, oggi visionabile in tutta la sua bellezza. Sul fronte dell’abbattimento delle barriere architettoniche, per la collocazione dell’ascensore verrà sfruttata quella che costituiva la sede della torre campanaria, che andò distrutta con la trasformazione durante l’età napoleonica. Il solaio era stato costruito tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, sotto appunto il governo di Napoleone, quando l’antica chiesa era stata trasformata in caserma, e tale è rimasta fino alla seconda guerra mondiale, quando ad utilizzarla furono i tedeschi. «Gli spazi tra primo piano e mezzanino verranno adibiti a servizi e, in parte, anche a magazzino», hanno precisato Stefano Brancher, responsabile del cantiere per conto dell’impresa Deon, e l’architetto Anna Buzzacchi, responsabile della sicurezza. «Il riscaldamento sarà a pavimento, sia al primo che al secondo piano, integrato da dei totem che potranno essere colelgati nei momenti in cui la stanza verrà utilizzata per manifestazioni».
Un bene soggetto a tutela. Rispondendo alle domande di Raffaele Addamiano e Franco Roccon, componenti della minoranza in Commissione urbanistica, Frison ha spiegato che è stato raddoppiato il tavolato il legno che costituisce il pavimento del primo piano. «Le fasce metalliche posizionate fanno parte del consolidamento del solaio», ha aggiunto. «Il tetto, che era già stato sistemato, rimarrà tutto a vista». Lo spazio è enorme: 500 mq per piano, per un’altezza complessiva che supera i 23 metri. «Si tratta di un bene soggetto a tutela», ha ribadito Frison, «e qualsiasi intervento è stato autorizzato dalla Soprintendenza. La sala al primo piano diventerà uno spazio polifunzionale, in cui potranno essere aggiunti elementi mobili in base alle esigenze».

«Grazie all’assessore Frison questa commissione ha potuto visitare questo bellissimo complesso», ha commentato Bortoluzzi. «Personalmente sono molto contenta, anche perché il progetto ha saputo salvaguardare ciò che è la parte storica, rendendola attuale con inserimenti visibili. Credo sia un bene per tutta la città avere questo nuovo spazio».
Un mercato coperto. «Recuperiamo un grande immobile abbandonato da tantissimo tempo e finalmente rifunzionalizzato, restaurato. La città si riappropria di spazi molto importanti», ha evidenziato Massaro. «Il piano terra, che diventerà una vera e propria piazza, potrà ospitare anche un mercato coperto, che a Belluno incredibilmemnte manca». «Stiamo lavorando per riuscire a realizzare il collegamento dall’area retrostante l’ex chiesa con il Parco Città di Bologna, per rendere “permeabile” un edificio che diventerà a tutti gli effetti spazio pubblico coperto», ha proseguito Frison. «In questo senso proseguono i contatti con l’Agenzia del Demanio e il fondo immobiliare proprietari delle aree che separano il resto della chiesa dal Parco: una volta ultimata l’acquisizione di questa zona, si potrà procedere infatti alla realizzazione di un ingresso alla chiesa anche dalla parte posteriore della struttura e direttamente dal parco cittadino».
La riorganizzazione delle proprietà esterne. Proseguono anche le operazioni di riorganizzazione delle proprietà esterne; la porzione della caserma Tasso che si affaccia su Piazza Piloni è stata infatti ufficialmente restituita alla proprietà: alla sottoscrizione del documento di passaggio, avvenuta qualche giorno fa presso la sede dell’Associazione Nazionale Alpini ospitata proprio in una porzione dell’ex caserma, erano presenti i rappresentanti della proprietà (il Fondo immobiliare Patrimonio uno) l’affittuario (l’Agenzia regionale del Demanio dello Stato) e il Comune di Belluno (con l’assessore Franco Frison e il dirigente Carlo Erranti), direttamente interessato all’accordo per definire l’acquisizione di alcune aree poste tra l’ex Chiesa dei Gesuiti ed il Parco Città di Bologna. «L’importante area dell’ex caserma è stata occupata per decenni dagli uffici della Ragioneria territoriale dello Stato, che già da mesi si è trasferita in Via Feltre nello stabile occupato anche dal Catasto», ha ricordato Frison. «Il fondo ha consegnato le chiavi al Comune per consentire l’accesso al retro dell’ex chiesa e garantire sia l’attività dell’impresa che sta operando che l’accesso alla sede Ana dei volontari, in attesa di realizzare in tempi brevi un nuovo accesso carraio indipendente da Via Tissi». La logica è chiara: il grande spazio non sarà un condominio, ma verranno garantiti accessi indipendenti.
La storia del complesso dei Gesuiti. Il complesso dei Gestuiti è stato realizzato nel 1704, su disegno del trentino Andrea Pozzo, lo stesso architetto che aveva progettato la piazza dei Gesuiti a Roma. Ventiquattro anni dopo la realizzazione del convento, fu aperta al culto anche la nuova chiesa di Sant’Ignazio. Dopo la soppressione dei Gesuiti del 1773 l’intero complesso fu trasformato in scuola pubblica, ospitando anche qualche anno dopo il seminario dei chierici. Requisito nel 1797 dagli occupanti francesi per utilizzo militare, che ne comportò una parziale ristrutturazione interna con alterazione dei volumi originali, dal 1854 al 1862 fu sede dell’Istituto Militare di educazione inferiore asburgico, quindi divenne la sede del Distretto militare provinciale fino alla sua soppressione avvenuta nel 1995. «Grazie al federalismo siamo arrivati al trasferimento gratuito del bene dal Demanio al Comune», ha ricordato Frison. «Con il fondo per la rigenerazione urbana si è potuto coprire in toto l’intervento, che ammonta a 2,2 milioni di euro».
Martina Reolon
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