Basta un’offerta minima di 2 euro per ricevere in omaggio la ‘‘Spilla da zaino’’. E, soprattutto, per contribuire a salvare ‘‘il Principe Bianco’’. L’iniziativa nasce in seno al «Progetto per la tutela della biodiversità dei prati a narciso» nella zona di Col d’Arten e Col Moscher (Lentiai). Le spille da zaino sono state offerte al Gruppo Natura Lentiai nell’ambito del piano sostenuto da Unifarco, con l’obiettivo di dare la possibilità a tutti gli appassionati di aderire all’iniziativa (con un’offerta minima suggerita di 2 euro) a sostegno delle attività di manutenzione dei prati interessati dalla fioritura dei narcisi e per coinvolgere e sensibilizzare sempre più persone al tema della tutela della biodiversità, di cui il narciso è stato eletto a emblema.

Per la distribuzione delle spille si è creata un’importante partnership con il Cai, attivo sul territorio e da sempre impegnato nella sua tutela, che nelle sezioni di Feltre, Belluno e Alpago ha proposto la donazione congiuntamente al rinnovo delle tessere. «La sensibilità dei soci Cai all’argomento si è fatta sentire e l’iniziativa è stata accolta con ottimi risultati», tengono a far sapere Unifarco e Grupo Natura Lentiai. «La collaborazione con il Club Alpino Italiano non vuole limitarsi a questa iniziativa, ma essere un’occasione per creare una partnership e un dialogo duraturo nel tempo, così come il coinvolgimento delle realtà locali è volto alla creazione di una rete di divulgazione del Progetto di tutela del Principe Bianco sulla base di una sensibilità condivisa».

Oggi le spille si possono trovare anche in alcune attività commerciali (Osteria Colderù, Agriturismo Bon Tajer, Ristorante Baiocco, Passport – Busche e a Lentiai presso la Latteria, Mondo Verde, Farmacia Dr. Zampol) e con l’arrivo della bella stagione saranno disponibili allo Chalet di Col d’Artent. Al progetto per la tutela della biodiversità dei prati a narcisi Gruppo Natura Lentiai e Unifarco lavorano da un paio di anni. Prima di questo intervento, il narciso stava scomparendo, con una regressione continua e una riduzione di oltre il 50% della specie per via dell’abbandono di alcune tecniche della tradizione contadina, come la falciatura dei prati per mano degli agricoltori, a cui è andata a sostituirsi la trinciatura meccanica.

«Nel corso del 2020 anche il Comune di Borgo Valbelluna si è interessato attivamente al progetto e nel 2021 i tre soggetti lavoreranno su aspetti più ampi e di lungo termine», fanno sapere ancora i promotori, per arrivare nel medio periodo ad avere una fruizione più consapevole e guidata dell’area di Col d’Artent e Col Moscher, proporre una gestione turistica sostenibile ed espandere il progetto di tutela su nuove aree. E in questo senso sarà importante coinvolgere sempre più realtà locali e associazioni». Insomma, nel prossimo futuro ci saranno sicuramente delle importanti novità e opportunità.

Martina Reolon