Belluno vuole continuare a essere “città delle rondini”. Per salvaguardare la simbolica specie migratrice, tutelare l’habitat urbano, valorizzare i nidi anche in chiave turistica. Il progetto è partito da un’idea del naturalista Giuseppe Tormen, scomparso improvvisamente pochi mesi fa, a settembre dello scorso anno, e che nel 2016 aveva avviato i censimenti delle rondini presenti nel capoluogo. Dalla sua intuizione è nato qualche anno fa “Belluno città delle rondini”, che vede assieme Provincia e Comune, Polizia provinciale, associazioni venatorie, ambientaliste e animaliste, Ascom. «Proprio nel ricordo di Bepi Tormen vogliamo portare avanti questo progetto che è stato ritenuto di particolare interesse anche da Ispra, massimo organo del Ministero dell’Ambiente», ha spiegato Franco De Bon, consigliere provinciale delegato alla gestione faunistica. A dare il loro appoggio per proseguire sulla strada tracciata ci sono Silvana De Col e Silvia, moglie e figlia di Tormen. «Bepi era una persona che aveva una visione a 360 gradi sul mondo della natura», ha detto la moglie. «Grande anche il suo impegno nelle scuole, verso le giovani generazioni». «Mi impegnerò in prima persona e offro tutta la mia collaborazione per portare avanti i progetti di mio papà», ha fatto eco la figlia, laureata in geologia e appassionata di natura, sulle orme del padre, fin da bambina. «”Belluno città delle rondini” può davvero valorizzare la nostra città». La famiglia Tormen si occuperà del censimento dei nidi, a partire dall’arrivo delle rondini, che non dovrebbe tardare.
La rondine, come ricordato da Loris Pasa, responsabile dell’Ufficio fanustico della Provincia, è un uccellino che pesa meno di 20 grammi, ma ha un ruolo importante nell’ecosisstema. Oltre ai significati simbolici: le rondini, secondo la tradizione, portano felicità e prosperità alle famiglie che vivono nelle abitazioni dove nidificano. «Se pensiamo che ogni rondine mangia in media 170 grammi di insetti al giorno, abbiamo a disposizione il miglior insetticida che esista in natura», ha precisato Pasa, illustrando i dati del censimento di Tormen. Il monitoraggio del 2016 aveva calcolato 117 nidi, di cui 42 utilizzati. Nel 2017 invece i nidi erano 127, ma solo 35 utilizzati, per un totale di circa 40 coppie di rondini. Nel 2018 il censimento era stato interrotto, ma i dati del 2019 vedevano solo 18 nidi utilizzati. Dopo una preoccupante diminuzione, il 2020 ha segnato una ripresa: 140 nidi, ache se meno di 80 effettivamente utilizzabili e solo 20 “abitati” da rondini, principalmente sotto i portici di via Roma e via Matteotti (con alcuni nuclei più piccoli tra Piazza delle Erbe e via Mezzaterra).

Nel 2020, il progetto “Belluno città delle rondini” ha messo in campo diverse iniziative, hanno ricordato De Bon e Alberto Simiele, assessore all’ambiente del Comune di Belluno: «Sono stati creati dei tappetini con il duplice scopo di segnalare la presenza di rondini sotto i portici del centro e facilitare la pulizia del guano. Inoltre, è stato posizionato un ombrello rovesciato proprio per raccogliere i detriti in caduta dai nidi. Un sistema per andare incontro alle esigenze dei commercianti, ma anche per evitare che altri sistemi utilizzati – come le tavolette antiguano – diventassero facili trampolini per i predatori, specialmente corvi e cornacchie. Grazie ai censimenti e alle attenzioni di Bepi Tormen abbiamo potuto verificare proprio che le tavolette avevano questa controindicazione».

«È innegabile che “Belluno città delle rondini” dia lustro al nostro centro storico, rivelando al contempo anche la nostra sensibilità ambientale», ha commentato Simiele. «Le rondini sono uno degli indici più importanti di biodiversità e salubrità dell’aria. E Belluno è una delle poche città ad avere ancora una presenza stabile di rondini. È importante quindi spiegare questi aspetti ai cittadini e ai visitatori, quando avremo finalmente superato il Covid e le restrizioni. E valorizzare la presenza delle rondini».
Il progetto continua ad avere il sostegno dell’Ascom, che segue con attenzione sia il lato pratico dell’igiene sotto i portici e davanti ai negozi (con la possibilità di evitare la sporcizia da guano) sia la possibilità di valorizzazione. «”Belluno città delle rondini” può essere tranquillamente accostata a “Belluno città splendente”», ha messo in risalto Paolo Doglioni, presidente di Confcommerco Belluno. «Viviamo in un luogo in cui si sta bene e non dovremmo dimerticarci di sfruttare quello che chiamo “il rumore del silenzio”, che al giorno d’oggi ha un grande valore e ne acquisirà sempre di più».
Martina Reolon
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