Dalla pandemia non siamo fuori. E il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti segnala anche alcune difficoltà, come quella nello svolgere pienamente le attività di contact tracing in seguito ad evidenza di positività Covid. In particolare, alcuni soggetti positivi non comunicano accuratamente i loro contatti stretti per il timore che questi vengano sottoposti a quarantena. Un atteggiamento non responsabile e con cui si può contribuire a far ripartire i contagi.
L’Ulss rimarca quali sono i pilastri per sconfiggere l’epidemia, a fianco della campagna vaccinale ora pienamente attivabili:
• diagnosi tempestiva di positività covid nelle persone con sintomatologia respiratoria anche lieve (febbre, tosse, eccetera);
• l’isolamento rigoroso delle persone positive al covid fino a negativizzazione;
• la quarantena dei contatti stretti fino a tampone di “uscita” negativo;
• il rispetto delle norme igienico sanitarie (distanziamento, mascherina, lavaggio delle mani).
«La casistica numericamente contenuta che stiamo registrando in questi giorni, se gestita con isolamenti e quarantene rigorosi è destinata a calare ulteriormente anche per effetto della efficace campagna vaccinale in corso», osserva Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di Prevenzione. «Abbiamo bisogno dell’aiuto di ciascun cittadino nel rispetto delle regole, nella precisione e puntualità comunicativa, sui contatti stretti a seguito di positività covid, e nell’osservanza delle prescrizioni di isolamento e quarantena. Si tratta di sacrifici destinati al bene della famiglia e della comunità».
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