Il Fondo per l’ambiente italiano (Fai) ha presentato oggi, venerdì 9 luglio, a Monte Fontana Secca, a 1.500 metri di quota, alla presenza delle autorità locali, il progetto definitivo per il restauro e la valorizzazione del compendio agricolo pastorale di Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt, una malga situata nel territorio comunale di Quero Vas. Un progetto prioritario per la Fondazione incentrato sul recupero di 150 ettari di boschi e pascoli d’alta quota ricevuti in donazione nel 2015 da Liliana e Bruno Collavo – in memoria dei genitori Aldo Collavo ed Erminia Secco – compresi tra le cime del Monte Valderoa, del Monte Solarolo e del Monte Fontana Secca.
IL “PROGETTO ALPE” DEL FAI
Monte Fontana Secca, con i suoi pascoli progressivamente abbandonati e gli edifici diroccati, incarna molte delle criticità che caratterizzano le terre alte italiane e si inserisce a pieno titolo nel «Progetto Alpe» del Fai, una strategia di lungo termine che la Fondazione rivolge alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente montano e delle aree interne sopra i 600 metri. Attraverso il restauro e la rifunzionalizzazione di alcuni beni situati in zone montane, la Fondazione si impegna a restituire loro la dignità sociale, culturale ed economica avuta in passato e a creare un percorso educativo basato sulla peculiarità ambientale, culturale e produttiva del luogo, gettando così le basi per un nuovo sviluppo di quella parte dell’Italia interna che dal secondo dopoguerra ha subito un progressivo abbandono. Il Progetto Alpe mira ad attivare ampie sinergie con il territorio come dimostra il Protocollo d’intesa firmato nel 2018 tra Fai, Comune di Quero, Comune di Alano di Piave e Unione Montana Feltrina.

NUOVI E IMPORTANTI CONTRIBUTI
Grazie al significativo contributo di Fondazione Same, che ha voluto sostenere il progetto di recupero di Fontana Secca con 300.000 euro, e al generoso legato testamentario di Nereo Rosin, il Fai si è rimesso al lavoro per raggiungere al più presto l’obiettivo di tutelare, sviluppare e far conoscere il valore ambientale, storico e culturale di questo esempio di paesaggio alpino. Una volta ottenute le necessarie autorizzazioni al progetto, a maggio 2022 la Fondazione darà il via alla seconda fase del cantiere con il restauro dello stallone, il cui costo totale di 700.000 euro è in buona parte già coperto dalle recenti donazioni.
Il progetto di restauro e valorizzazione di Monte Fontana Secca ha un costo complessivo di circa 1.500.000 euro. In questi tre anni il Fai ha eseguito le attività necessarie per la realizzazione dei lavori di recupero: sono stati fatti gli interventi di messa in sicurezza dei fabbricati e il relativo sgombero di detriti e i rilievi preliminari sull’area dei fabbricati e sulle trincee della Prima Guerra Mondiale. Si è quindi proceduto con le indagini ambientali, geologiche e idrogeologiche e per la sostenibilità energetica, e nel 2019 sono stati completati i lavori di sistemazione della strada forestale di accesso alla malga con il contributo della Regione Veneto.
Parallelamente è stato anche aperto un “cantiere della conoscenza”, funzionale al progetto di valorizzazione e incentrato sulla pagina di storia che qui è stata scritta durante la Grande Guerra. Il Fai ha avviato a questo scopo un accordo di collaborazione con l’Università degli Studi di Padova con sei borse di studio a giovani studiosi per la ricerca archivistica, la raccolta di materiale documentario e la ricognizione e mappatura delle emergenze belliche di Fontana Secca. Grazie a un finanziamento erogato dal ministero della Cultura è stato inoltre possibile iniziare a organizzare le informazioni raccolte su una piattaforma digitale.

IL PROGETTO DI RESTAURO E VALORIZZAZIONE
Monte Fontana Secca rappresenta appieno la visione dell’ambiente secondo il Fai, ovvero l’indissolubile intreccio di natura e storia, che implica la responsabilità dell’uomo nella costruzione del paesaggio. Il progetto di recupero prevede la riattivazione dell’alpeggio con la riqualificazione e gestione dei pascoli e delle aree forestali e il restauro e l’adeguamento funzionale in chiave sostenibile degli edifici della malga (alloggio del malgaro, casera, stalla), che tornerà ad accogliere le attività tradizionali. Il sito ospiterà dunque un’azienda agro-pastorale produttiva, ma non solo. Il progetto, in linea con la missione culturale della Fondazione, intende valorizzare le valenze di questo “ambiente” – storica, naturalistica, culturale ed economica – e farne materia di educazione e formazione, in particolare per i giovani, proponendo attività, nell’aula didattica che verrà appositamente realizzata nel ricostruito stallone, che permettano di conoscere e di fare esperienza diretta del bene nelle sue peculiarità ambientali e storiche. Monte Fontana Secca sarà quindi un presidio della diversità bio-culturale del territorio, sia quella che ancora si conserva, sia quella che rinascerà grazie alla rigenerazione del pascolo e delle attività connesse. Diventerà inoltre un luogo di sosta per gli escursionisti che percorrono l’Alta via degli Eroi.
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