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domenica 16 Novembre 2025, Santa Margherita di Scozia

Un film sul post Vajont, i Comuni chiedono al ministro l’adesione della Rai e delle istituzioni

Nella foto Roberto Padrin, Renzo Martinelli e Paolo Vendramini.

Un film sulle conseguenze della tragedia del Vajont: in una serata pubblica a Longarone, il regista Renzo Martinelli ha dichiarato che la sceneggiatura è pronta da tempo. E i Comuni della memoria si schierano compatti a favore del progetto, chiedendo in via ufficiale l’appoggio e il patrocinio dei Ministeri competenti e della Rai. A questo proposito, l’onorevole Roger De Menech ha incontrato ieri, martedì 9 novembre, il ministro per i Beni e le Attività culturali Dario Franceschini per imbastire un percorso che possa portare alla realizzazione dell’opera.

Il disastro del Vajont, infatti, è una delle pagine più drammatiche della storia italiana del ventesimo secolo. Un disastro annunciato e provocato dall’uomo, a cui si aggiunse la tragedia dei sopravvissuti e degli sfollati. La portata e il significato di un evento storico così importante dipende anche dal modo in cui le istituzioni e i mass media lo ricordano, ne parlano, lo celebrano. Ecco perché l’arte, il cinema, la televisione possono rappresentare e testimoniare eventi di tali dimensioni per creare una veritiera identità storica collettiva e trasmetterla alle nuove generazioni.

Si pensi al recital teatrale dell’artista Marco Paolini, trasmesso in prima serata in diretta Rai, o alla valenza cinematografica con la presentazione del film «Vajont» del regista Renzo Martinelli, proiettato il 9 ottobre 2001, usando come schermo la “pancia” della diga e uscito poi nelle sale cinematografiche di tutta Italia. Ma si potrebbe citare l’intera bibliografia o indicare le mostre e i convegni dedicati alla memoria del Vajont e che rappresentano un vero riscatto sociale. Accanto al doloroso ricordo delle vittime, pesa pure quello relativo all’iter giudiziario.

Guardando avanti, il 9 ottobre 2023 ricorrerà il 60° anniversario del Vajont e i Comuni di Longarone, Erto e Casso, Vajont e Ponte nelle Alpi, insieme a tutti gli enti, le istituzioni e le associazioni interessate, intendono continuare a dare valore storico e sociale alla memoria, a quella che fu una complessa ricostruzione dei territori colpiti e all’iter processuale successivo. E proprio sotto questo profilo, il regista Martinelli ha già confezionato la sceneggiatura per un nuovo film sui risvolti della catastrofe: «Considerati il valore e la qualità della proposta cinematografica», emerge dalla nota congiunta delle amministrazioni comunali, «chiediamo che la Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri della Cultura e dell’Economia e Finanze e la Presidenza Rai, possano concorrere alla realizzazione di tale opera che potrebbe essere rappresentata nella celebrazione legata al 60. anniversario della tragedia».

I Comuni della memoria affiancano quindi Martinelli: «Sarebbe importante dedicare un film agli anni dei sopravvissuti, degli sfollati, della ricostruzione e del processo. Chiederemo l’adesione di tutte le istituzioni, anche del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, sicuri che la Rai e i ministeri competenti accoglieranno un’iniziativa di assoluta rilevanza».

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4 commenti

  • La memoria è importantissima, valorizza l’identità ed aiuta a rinsaldare l’appartenenza.

  • Sarebbe una gran bella cosa, del „dopo“ si è parlato sempre troppo poco…

    • È che anche del “prima” pochi avevano coscienza, fino a che Marco Paolini il 9 ottobre 1997 ci ha fatto stare incollati davanti alla TV senza quasi tirare il fiato con la sua “orazione funebre” che ci ha aperto gli occhi, anzi spalancati, su una realtà completamente sconosciuta e quindi accantonata, se non dimenticata.

  • È che anche del “prima” non si aveva granché coscienza, finché la sera del 9 ottobre 1997, in diretta Rai dalla diga del Vajont, Marco Paolini con la sua “orazione funebre” non ci abbia aperto gli occhi, anzi spalancati su una realtà quasi del tutto sconosciuta e quindi accantonata.

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