C’è una sola proposta di acquisto per l’Acc di Mel e viene dalla bellunese Sest, di Limana, parte del gruppo Lu-Ve. Ieri, martedì 2 febbraio, è avvenuta l’apertura delle buste: non si è concretizzato l’interesse che era stato manifestato da un gruppo industriale asiatico, mentre rimane sullo sfondo come ultimo “paracadute” l’ipotesi di acquisizione da parte della Legacoop. Ora il governo dovrà valutare la proposta e decidere se dare il via libera al passaggio di mano.
Se l’Acc andrà al gruppo Lu-Ve, la fabbrica di Borgo Valbelluna cesserà di produrre compressori per frigoriferi e sarà destinata alle pompe di calore e a polo logistico. La proposta che viene da Limana prevede, a quanto pare di capire, un ridimensionamento dei dipendenti e questo preoccupa i lavoratori e i sindacati. Che nel complesso, però, sono soddisfatti per le prospettive che si sono aperte, in un contesto di forte pessimismo dopo mesi e mesi di tentativi andati a vuoto.
Numerose le prese di posizione sulla vicenda. «Acc ha avuto la forza di resistere, nonostante i danni della multinazionale cinese Wanbao e la timidezza della politica», ha detto l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan, «solo la forza dei lavoratori, dei sindacati, di un territorio che ha accompagnato, anche attraverso il Comitato di sorveglianza socio-istituzionale, i passaggi delicatissimi fino ad oggi con la proposta vincolante d’acquisto di Lu-VE. Tutto è stato sempre sulle spalle del Commissario Castro, a cui va il nostro grazie». «All’azienda Lu-Ve», precisa Donazzan, «che abbiamo seguito attraverso il lavoro del Commissario fin dall’inizio nella costruzione di una nuova prospettiva industriale, diversa dalla precedente, ma che poggia sulle solide basi dell’imprenditoria veneta, e della voglia di lavorare dei lavoratori veneti, offriamo la garanzia che sarà accompagnata dalla Regione del Veneto, dalla nostra Unità di Crisi regionale nella trasformazione. Stiamo già lavorando per la riqualificazione e la rioccupazione dei lavoratori che non rientreranno nel definitivo perimetro produttivo».
«La proposta vincolante di Lu-Ve Group nei confronti di Acc è un importante segnale sia per l’azienda di Mel sia per il territorio bellunese», ha dichiarato il ministro bellunese Federico D’Incà, «da parte del Governo c’è stata la massima attenzione sulle sorti di questo stabilimento e, assieme alla viceministra Alessandra Todde, al Commissario Castro e al sindaco di Borgo Valbelluna Cesa, che ringrazio per il lavoro svolto, abbiamo seguito le diverse fasi che hanno portato al risultato. Il cammino nei confronti dello stabilimento è stato lungo e difficile. Ho seguito la vicenda dal 2019, quando la proprietà cinese aveva annunciato di volere abbandonare il sito: con la determinazione del Governo Conte e l’interesse nei confronti dei lavoratori, è nato un percorso che ha portato all’importante passaggio dell’amministrazione straordinaria. Ora saranno fatte le adeguate valutazioni per questa proposta che, ci auguriamo, potrà ridare una speranza per la fabbrica di Borgo Valbelluna e per l’intero tessuto produttivo».
«Con l’offerta vincolante di acquisto nei confronti di Acc, il Gruppo Lu-Ve attraverso Sest, con i suoi amministratori delegati Michele Faggioli e Matteo Liberali sta dimostrando amore per il territorio, coraggio imprenditoriale e lungimiranza», ha dichiarato Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, «a Sest e alla sua dirigenza vanno il plauso e il pieno sostegno di Confindustria Belluno Dolomiti. Un contributo altrettanto fattivo, a questo punto, vorremo vedere anche da parte delle istituzioni, locali e nazionali, perché il manifatturiero bellunese non venga lasciato solo e possa contare su infrastrutture materiali e immateriali all’altezza delle sfide che lo attendono, nonché su reali politiche a sostegno dell’innovazione e della creazione di nuove competenze».
«Sest è un simbolo di responsabilità sociale e di innovazione. Il suo modello di sviluppo sostenibile potrebbe davvero fare la differenza per Acc e traghettarla verso nuovi modelli di industrializzazione e rinnovata competitività puntando all’eccellenza», ha detto ancora Berton. «Allo stesso tempo, Sest, così come tutte le aziende sane bellunesi, che sono la stragrande maggioranza e hanno trainato la ripresa, vanno sostenute creando le condizioni per un ambiente che sappia guardare oltre la pandemia e cogliere le nuove opportunità di mercato presenti a livello internazionale. Operazioni come quella di Sest sono il frutto di percorsi ponderati, sofferti e complessi. Non è una decisione a cuor leggero ma l’assunzione di un impegno imprenditoriale importante, cui deve seguire una responsabilizzazione delle Istituzioni di ogni livello chiamate a dare risposte strutturali e di vera politica industriale».
Infine l’appello a “fare quadrato”, in provincia: «Per creare quell’ecosistema dell’innovazione utile a questo territorio serve uno sforzo corale, strumenti ad hoc come quelli presenti nella Legge quadro della montagna che chiediamo venga approvata quanto prima», ha concluso Berton.
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/