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mercoledì 9 Luglio 2025,

Strada di Zoldo, Vernizzi: «Servirà un paraschegge per almeno 600 metri di lunghezza»

Il direttore generale di Veneto Strade: «Ci vorrà almeno una settimana per riaprire la strada».

Ieri mattina, giovedì 24 marzo, Veneto Strade aveva comunicato la previsione di dover tenere chiusa fino a domenica 27 marzo la strada provinciale 251 che collega la Val di Zoldo al resto della provincia. Questo perché si riteneva che l’incendio di Soffranco, in territorio di Longarone, sarebbe stato domato entro la sera. E invece l’incendio è stato circoscritto e posto sotto controllo ma non è stato spento, costringendo a rivedere le previsioni, con una prospettiva ben più pesante. Il perché è stato spiegato ieri a fine pomeriggio da Silvano Vernizzi, direttore generale di Veneto Strade.

«Rispetto a questa mattina», ha detto Vernizzi riferendosi alla mattina di ieri, giovedì, «la situazione è peggiorata sul versante della Strada provinciale 251 della Val di Zoldo e Val Cellina e quindi ci vorrà almeno una settimana per riaprire la strada».

Vernizzi ha spiegato quali sono le procedure per ripristinare le condizioni di sicurezza, che verranno messe in atto nei prossimi giorni e saranno concatenate le une alle altre. «Purtroppo nonostante il duro lavoro dei vigili del fuoco» (e del coordinamento della Regione – ha puntualmente chiosato l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin – «attraverso i direttori delle operazioni di spegnimento, i volontari della protezione civile antincendio boschivo, gli operatori forestali, e tutti coloro che stanno operando in condizioni proibitive») «il fronte dell’incendio si è allargato a quasi un chilometro. Questo rende più difficile spegnere le fiamme anche perché l’incendio è a circa 200 metri sopra il ciglio stradale».

E infatti anche oggi, venerdì 25 marzo, sono stati programmati sorvoli di aerei ed elicotteri per domare l’incendio di Soffranco, oltre a quello di Fortogna, anch’esso in territorio di Longarone. «Bisogna prima spegnere completamente le fiamme», ha spiegato Vernizzi, «poi con i geologi fare un sopralluogo e capire se ci sono massi che potrebbero cadere. In quel caso andranno disgaggiati. Serve più tempo insomma. Intanto si sta pensando a percorsi alternativi per non isolare i cittadini residenti in zona e assicurare il transito per gli scuola bus che portano gli studenti nelle scuole. Una volta ripristinate le condizioni di sicurezza dovranno essere installati dei “paraschegge” per almeno 600 metri di lunghezza. Un lavoro che faremo appena ci saranno le condizioni».

Luigi Guglielmi

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