È stata inaugurata questa mattina alle 12 la ristrutturazione della ex chiesa dei Gesuiti che d’ora in poi mette a disposizione di tutti, nel centro di Belluno, un grande spazio coperto, su due piani, che ha anche la funzione di collegare direttamente via Tasso, dov’è la porta della chiesa, con il parco Città di Bologna.
Attorniato dalle numerose autorità giunte per l’occasione, il sindaco di Belluno Jacopo Massaro ha espresso grande soddisfazione per aver potuto restituire alla città uno spazio prestigioso e ha ringraziato tutti coloro che l’hanno permesso, affidando alla prossima Amministrazione il compito di individuare il modo migliore per utilizzarlo.

L’assessore Franco Frison ha poi sottolineato che il restauro è stato il frutto di un reale processo di federalismo perché la ex chiesa, che in epoca napoleonica divenne una caserma, era di proprietà dello Stato e nel 2016 è passata a costo zero al Comune che poi vi ha messo mano con un investimento di 2 milioni.

La filosofia che ha ispirato il restauro è stata illustrata, anche a nome degli altri progettisti, dall’architetto Torsello che ha spiegato che l’intervento ha risposto a due delle dimensioni fondamentali dell’architettura, quella delle connessioni, orizzontali e verticali, e quella della materia. Una finalità fondamentale del restauro è infatti quella di mettere in contatto due parti della città (connessione orizzontale) e di rendere fruibile al pubblico l’intero edificio, anche nel piano sopraelevato (connessione verticale). Si tratta di spazi di dimensioni molto grandi, una sorta di piazza al coperto con le colonne al piano terra, una grande e alta sala senza colonne al primo piano che può prestarsi per manifestazioni affollate.
Un’altra scelta del restauro – ha spiegato infine l’architetto – è stata quella di rispettare per quanto possibile le strutture esistenti, le varie stratificazioni accumulatesi nel tempo (lasciando anche fregi, stucchi e scritte che si erano conservati nel tempo) e scegliendo per il resto soluzioni in metallo che possano garantire senza problemi un utilizzo pubblico che, anzi, per la loro natura, “chiedono” di essere usate e consumate.

Da parte sua il ministro Federico D’Incà, dopo essersi unito ai ringraziamenti per chi ha reso possibile la realizzazione di quest’opera, ha sottolineato il suo valore simbolico. Quella che un tempo era una caserma, un deposito di armi, ora viene restituita alla cittadinanza come luogo di incontro, di pace: un fatto significativo e importante in questo periodo difficile. Infine non è mancato un accenno ai nuovi fondi per la rigenerazione urbana messi a disposizione recentemente dal Governo che potranno contribuire a rendere Belluno sempre di più la capitale delle Dolomiti.

Prima del taglio del nastro la benedizione del vescovo Renato (alla quale ha associato anche i credenti di altre confessioni religiose) che ha voluto ricordare con riconoscenza la presenza in città dei Gesuiti e i segni che vi hanno lasciato, auspicando che il nuovo spazio possa essere luogo di dialogo e di unità per tutti e occasione per la costruzione del bene comune.

Dopo l’inaugurazione la piccola folla accorsa alla cerimonia ha potuto visitare l’ex chiesa, rendendosi meglio conto delle caratteristiche particolari del nuovo spazio che è stato aperto a tutti i cittadini.
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1 commento
Fabry
La pilatesca inaugurazione, data la palese insussistenza d’idee sull’uso, appare frettolosamente accecata dalle imminenti elezioni, tant’è che s’inaugura un’opera ancora incompleta. Che “strano” …