Il Museo Burel traccia la linea del nuovo anno di programmazione e lo fa con «Vertigine. Dino Buzzati» nel cinquantesimo della morte dello scrittore e artista bellunese, andando a interrogare il contemporaneo e i suoi linguaggi sullo stato vertiginoso.
Vertigine è paura della caduta, attrazione e repulsione per il vuoto, male dell’altezza, terrore della profondità. Etimologicamente capogiro, rivolgimento in senso circolare. E ancora sensazione di disequilibrio. Disturbo della sensibilità relativa allo spazio. Anche movimento allucinatorio, alterato, drogato o ubriaco. Ossessione di un baratro, incantesimo euforico, tensione verso l’eccessivamente grande, lo smisurato, verso l’assenza di controllo.
Anche: «Accesso – nei termini dello studioso Andrea Cavalletti – ad un abisso senza fondo», indaga il Museo Burel. «Ne emerge con evidenza un senso che non può essere univoco, che scappa via da un centro ed è estremamente articolato, che va dalla medicina all’amore, dalla montagna ai grattacieli delle grandi città, dallo spostamento del corpo a quello dell’ambiente circostante, e passando dal sogno al pensiero, dall’immaginario alla rappresentazione, dal singolo alla comunità».
Il percorso che Museo Burel ha scelto per sondare la vertigine si affida ad artisti, scrittori, alpinisti, registi, filosofi e figure legate alla cultura contemporanea. Il primo protagonista è Dino Buzzati (1906- 1972): di lui viene considerato ed esposto un unico piccolo elemento, un disegno, uno schizzo sul retro di una lettera. «Mostra la concentrazione, la riduzione ai minimi termini di una vertigine vissuta a pieno e pensata profondamente, situata nello spazio interstiziale tra vette e scrittura, cronaca e racconto, pittura e fumetto, desiderio e morte, parola e miracolo, suono e forma. Un segno semplice, elementare, e allo stesso tempo magmatico e densissimo».
«Vertigine. Dino Buzzati» è il punto di partenza «per un viaggio trasversale che in un primo momento può sembrare frastornante, ma che altro non è se non pronto e attento a scoprire e raccontare una materia complessa, instabile e potente, aprendosi alle sue continue trasformazioni».
La mostra – realizzata grazie alla collaborazione dell’Associazione Internazionale Dino Buzzati – inaugura sabato 4 giugno alle ore 18 ed è visitabile tutti i sabati e le domeniche, dal 5 giugno al 17 luglio, dalle ore 16 alle ore 20.
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/
