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lunedì 15 Dicembre 2025,

Inaugurato il nuovo acceleratore lineare all’ospedale di Belluno

Alla cerimonia è intervenuto anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha assicurato l’impegno della Regione in campo sanitario e ha invitato i Bellunesi a non lamentarsi continuamente perché così facendo allontanano la gente dagli ospedali locali, indebolendoli.

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha inaugurato oggi, giovedì 23 giugno, all’ospedale San Martino di Belluno, il nuovo acceleratore lineare del reparto di Radioterapia che – ha detto – permette «un trattamento sicuro ed efficace che utilizza radiazioni ionizzanti, prevalentemente raggi X ad alta energia, per distruggere le cellule tumorali in modo mirato e selettivo. Una terapia che può essere modellata per ciascun paziente, che riduce drasticamente i tempi di attesa ed evita faticosi spostamenti ai cittadini».

Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza dell’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, del vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni (che prima dell’inaugurazione ha impartito la benedizione), della direttrice generale dell’Ulss Dolomiti, Maria Grazia Carraro, del sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin, dei consiglieri regionali Silvia Cestaro e Giovanni Puppato.

L’apparecchio è costato quasi 2 milioni di euro e si aggiunge a un altro acceleratore inaugurato lo scorso anno. I principali vantaggi che consente sono:
⁃ una maggiore precisione dei trattamenti, con la possibilità di aumentare la dose per frazione e/o la dose totale erogata, riducendo significativamente il coinvolgimento dei tessuti sani peritumorali;
⁃ la possibilità di tempi di trattamento più brevi, con vantaggio per il paziente e i suoi familiari in termini di spostamenti, tempo e qualità di vita. Inoltre, risulta più rapida la gestione delle liste di attesa e più efficiente la gestione del personale sanitario;
⁃ per il tumore della prostata, grazie alla collaborazione tra Urologia per il posizionameto di marcatori fiduciali intraprostatici e Radiologia con la definizione dei volumi oncologici su imaging di risonanza magnetica, si ha la possibilità di offrire ai pazienti trattamenti di sole 5-7 frazioni anziché 20-28;
⁃ per il tumore della mammella trattamenti di 5 frazioni invece che le 15 standard e per la mammella di sinistra la possibilità di ridurre la dose alle strutture cardiache, senza sacrificare la distribuzione di dose al volume bersaglio.

«Noi facciamo 70 milioni di investimenti all’anno in tecnologie», ha fatto notare il presidente Zaia. «La battaglia della sanità è una forma di guerra e l’arma principale è la tecnologia, che va sempre più affinata. Ora con questi nuovi strumenti, come fossero cecchini, colpiamo il male in maniera chirurgica».
Il nostro obiettivo – ha continuato Zaia – è dare in questo territorio tutti i servizi di base, ma anche alcune eccellenze, ma ciò è possibile solo se insieme alla qualità degli strumenti e delle cure c’è anche un adeguato numero di pazienti perché la casistica è fondamentale, il suo incremento è importante per consentire ai medici di accumulare esperienza e mettere pienamente a frutto le conoscenze e gli strumenti di cui dispongono.

Di qui la sottolineatura del presidente del Veneto circa l’importanza di creare consenso attorno alla sanità, consenso che deve partire dai cittadini e dalle comunità locali. Ciò in riferimento – ha spiegato Zaia – ha una certa tendenza dei bellunesi a lamentarsi sempre e quindi a creare sfiducia e a spingere molti cittadini a rivolgersi altrove per le cure, facendo così mancare quella casistica che – come detto – è fondamentale per continuare a investire in qualità.

«Bisogna difendere la sanità pubblica», ha proseguito Zaia, ringraziando medici, infermieri, Oss e volontari per quello che fanno in un momento in cui ci sono tante difficoltà, a partire dalla carenza di personale come dimostra il caso di Pieve di Cadore dove 34 medici che ne avevano titolo hanno rinunciato al posto di lavoro preferendo accasarsi in un altro ospedale per loro più attraente.

Il presidente del Veneto ha pure citato quelle che ha definito «le lotte intestine» tra i vari ospedali della provincia di Belluno, con il timore reciproco di essere sfavoriti a vantaggio degli altri. Un altro atteggiamento – ha rimarcato Zaia – che porta a lamentarsi e a parlare male della propria sanità, mentre l’impegno della Regione è quello di investire a 360 gradi con il solo obiettivo di migliorare il servizio per il cittadino e non di favorire una struttura a scapito di un’altra.

L’intervento del presidente del Veneto era stato preceduto da quello della direttrice dell’Ulss Dolomiti, Maria Grazia Carraro, che dopo aver spiegato i processi di cura ora possibili grazie al nuovo acceleratore lineare, ha fatto presente che ciò è realtà solo in altre due strutture del Veneto. Ha poi sottolineato con soddisfazione che ciò consente di essere a supporto anche di altri ospedali regionali e ha ringraziato tutto il personale, rimarcando che anche gli apparati tecnologici di qualità per esprimere a pieno tutta la loro efficacia non possono prescindere dalla competenza e professionalità di chi li installa e poi li usa.

Da parte sua il sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin, ha preso atto con soddisfazione della volontà di investire e di dare qualità a un territorio che ne ha bisogno, dovendo confrontarsi con le difficoltà connesse alla montagna, ed ha auspicato la massima collaborazione e il massimo dialogo tra le forze in campo per dare le soluzioni migliori ai bisogni di chi è malato e sofferente.

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4 commenti

  • quindi secondo lui dato che a Belluno mi hanno quasi ammazzato devo dire che va tutto bene? Chiedo

  • Invito chiunque legga queste corbellerie ad approfondire parlando direttamente con il personale dell’ospedale di Belluno, tra cui ho alcuni cari amici.
    Il problema è strutturale: turni massacranti per medici, infermieri e oss. Primari che stanno pensando di andarsene, o che l’hanno già fatto. Liste di attesa lunghissime, incompatibili con la salute pubblica, e non solo per via del covid.
    Carissimo presidente, può spiegarci cortesemente perché quei 34 medici hanno rinunciato al posto a Pieve di Cadore? Cos’aveva di più attraente l’altro ospedale che hanno scelto, visto che qui non abbiamo nulla di cui lamentarci?

  • Abbiamo solo bisogno che dia seguito alla leg.25 art.15 del 2014 dello statuto regionale, che ci spetta di diritto! Solo così con alcune forme di autonomia più il riconoscimento del referendum votato con successo dai bellunesi potremmo smettere di “lagnarci” entrambe sono nostri diritti!

  • I miei ringraziamenti al reparto oncologia al reparto Ginecologia medici e infermieri al 🔝🔝

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