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giovedì 18 Dicembre 2025,

Marmolada, don Ciotti: «Una tragedia annunciata»

Il commento del presidente dell'associazione Casacomune.

«Questa tragedia chiede, oltre al cordoglio per le vittime e il grazie ai soccorritori che rischiano la loro vita, impegni veramente concreti, non solo di facciata, subito, a iniziare dalle zone di montagna, da sempre dimenticate dalla politica, dalle politiche». A dirlo sono don Luigi Ciotti (presidente dell’associazione Casacomune. Scuola e Azioni) e Mirta Da Pra Pocchiesa, che definiscono quella in Marmolada «una tragedia annunciata che lascia sgomenti». «Sgomenti per il dolore», scrivono, «sgomenti per il pericolo che corre, sempre, chi si avventura in montagna, su un ghiacciaio, sotto un saracco. Sgomenti per il fatto che questa vicenda mette in evidenza la situazione dei nostri ghiacciai, delle nostre montagne che, stanno pagando, più di altri ambienti, i cambiamenti climatici, come hanno sempre messo in evidenza i numerosi metereologi intervenuti ai corsi di Casacomune».

«Sgomenti perché la montagna (come i poveri) è tra gli ambiti che più paga questi cambiamenti ma ha meno responsabilità di quanto sta accadendo», aggiungono. «Semmai è l’inverso, perché la montagna porta acqua anche alla pianura e alle città, offre servizi eco sistemici importanti con i suoi boschi ed è ricchissima di biodiversità, fondamentale per la salute del pianeta e di chi lo abita. Sgomenti quindi perché tutto questo, a queste tragedie (Vaia ha insegnato poco, purtroppo) non ha fatto dire, a chi ha dovere e potere, che non si possono più procrastinare date, interventi, contro l’uso dei combustibili fossili; che è assurdo e irresponsabile riparlare di carbone e di nucleare, che le date per assume tali impegni sono tutte da anticipare… è da decenni che gli scienziati del clima ci dicono tutto questo. Sgomenti perché la montagna insegna che siamo dei suicidi. Che quando la valanga parte trascina tutto, con forza immensa. E lo si è visto in Marmolada. Ci siamo già dentro a tutto questo. Non è più uno scenario futuribile, purtroppo».

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