La società Marmolada ha deciso di chiudere al pubblico gli impianti che conducono sul crinale del massiccio, oltre quota tremila: da Malga Ciapela (Rocca Pietore), con tre balzi di funivia si arriva praticamente in cima. Il distacco del seracco è avvenuto più a ovest rispetto alla stazione sommitale della funivia, in territorio trentino, e le infrastrutture bellunesi non sono state minimamente coinvolte. Ma è chiaro che il disastro della Marmolada colpisce nel profondo le popolazioni e gli operatori economici dei due versanti, bellunese e trentino. «Siamo sconvolti e sconcertati. Quanto successo va al di là di ogni immaginazione», ha dichiarato in una nota alla stampa Marmolada Srl, la società che gestisce gli impianti di risalita sul massiccio, comunicando le decisioni assunte dopo gli eventi di ieri. «Sono ore tragiche per la nostra montagna, proviamo dolore per chi non c’è più e angoscia per le persone ancora disperse. Siamo davanti a un evento abnorme, la natura ci ha sopraffatto: in 55 anni di attività mai abbiamo visto una cosa del genere. Anche per questo la funivia Marmolada ha chiuso l’accesso al pubblico».
La società Marmolada in molti frangenti si è resa disponibile per favorire, con le sue strutture, i soccorsi in Marmolada, il più delle volte in caso di incidenti alpinistici sull’enorme parete Sud. Sarà così anche questa volta per le operazioni sul versante Nord, quello del ghiacciaio: «Marmolada Srl è a disposizione con i suoi impianti e i suoi spazi per supportare logisticamente le operazioni di soccorso e di recupero nella zona interessata dal crollo. Siamo accanto ai soccorritori, ai parenti e ai congiunti delle persone rimaste coinvolte».
«In queste ore, anche noi operatori economici della Marmolada siamo prostrati. Viviamo un dolore intenso; ci fa male anche vedere la nostra montagna profondamente ferita», si conclude la nota.
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