L’amministrazione comunale di San Vito di Cadore continua a sostenere le ricerche archeologiche dell’Università di Ferrara nel territorio regoliero, a Pra’ Comun. Dopo i positivi risultati ottenuti nel luglio 2021, gli scavi proseguiranno ora fino a fine luglio 2022. Il progetto di ricerca (Primo popolamento preistorico dell’Osttirol, delle Valli Ladine e della Ladinia delle Dolomiti bellunesi – sulle orme dei cacciatori preistorici) si inserisce nell’iniziativa europea Interreg Italia-Austria, a cui il Comune di San Vito ha aderito per ottenere i finanziamenti necessari con la collaborazione del Gal Alto Bellunese e l’interessamento dell’Union ladina d’Oltreciusa.
Lo scavo, avviato su concessione del Ministero della cultura tramite la Soprintendenza archeologia, Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Βelluno, Padova e Treviso, sarà ancora una volta diretto dalla prof.ssa Federica Fontana dell’Università di Ferrara, esperta di preistoria delle Alpi e curatrice del Museo «Vittorino Cazzetta» di Selva di Cadore, con la collaborazione del dott. Davide Visentin dell’Università di Ferrara, del prof. Fabio Cavulli dell’Università di Napoli e di diversi studenti ferraresi.
Situato poco sotto il Passo Giau (a circa 2.000 metri), Pra’ Comun è un gioiello naturalistico del territorio sanvitese. Qui, tra vasti prati e boschi dove affiorano piccoli reperti in selce (una pietra utilizzata per confezionare punte per frecce e utensili domestici), si situa un masso roccioso simile a quello di Mondeval de Sora (a 2.150 metri), ai cui piedi furono ritrovati un accampamento di cacciatori e la sepoltura di un uomo vissuto nella fase finale del Mesolitico (circa 8.500 anni fa), i cui resti sono ora al Museo «Cazzetta» di Selva di Cadore.
«Pra’ Comun – afferma la prof.ssa Fontana – promette ancor più di Mondeval, almeno se guardiamo alla sua datazione. Qui, infatti, prima un saggio di 1 mq e poi lo scavo di 10 mq del 2021, ora da approfondire, hanno riportato alla luce reperti ancora più antichi, tra cui manufatti in pietra scheggiata, elementi di frecce, carboni e numerosi frammenti ossei di varie prede. A questi, si aggiungono anche reperti di epoca medievale, a segnalare la costante importanza del Passo Giau come punto di connessione tra diverse valli alpine. Il prosieguo degli scavi ci permetterà di conoscere ancora meglio i più antichi abitanti del nostro territorio: chi erano queste donne e uomini di 11 mila anni fa? Da dove venivano? Com’era organizzato il loro accampamento? E quali relazioni sociali intrattenevano? Gli scavi ci aiuteranno a rispondere a queste domande».
«Siamo felici di sostenere i nuovi scavi della prof.ssa Fontana – commenta il sindaco Emanuele Caruzzo – e soddisfatti per la collaborazione che si è creata con le Regole e gli altri enti interessati. Ringrazio in particolare la prof.ssa per il suo impegno e il vicesindaco Sidro, che segue il dossier».
«Speriamo – aggiunge il vicesindaco – che la collaborazione con il gruppo della prof.ssa Fontana possa continuare anche in futuro. In particolare, come Amministrazione, siamo contenti che si siano creati momenti di dialogo con la cittadinanza e i turisti attraverso le visite, le escursioni e le presentazioni pubbliche. Crediamo fermamente nella cultura, non solo fine a sé stessa ma anche come volano turistico ed economico».
Anche quest’estate, con la collaborazione del Comune di San Vito e del Museo «Cazzetta», gli archeologi organizzeranno le «Visite allo scavo» (14, 16, 21 e 26 luglio) e le «Escursioni guidate ai siti di Mondeval e Pra’ Comun» (17 e 24 luglio). Inoltre, nella sala polifunzionale E. De Lotto di San Vito il 23 luglio prossimo alle ore 16.00 si svolgerà una presentazione del progetto Interreg, che vede il coinvolgimento, insieme al Comune di San Vito, del Comune di Obertilliach (Austria) e dell’Istitut Ladin Micurà de Rü di San Martino di Badia (BZ).
Per prenotare le visite allo scavo e le escursioni guidate in montagna, si può scrivere all’indirizzo museoselvadicadore@gmail.com. Alcuni video e i primi risultati degli scavi saranno resi disponibili anche sul sito www.cednea.it
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