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domenica 8 Giugno 2025,

Roma, la prima riflessione comune dei pellegrini sul pensiero di Papa Luciani

Il vescovo Renato ha ricordato i 4 fondamenti dei 34 giorni di pontificato di Giovanni Paolo I (umiltà, fede, speranza e carità) e ha esortato a vivere come un dono e una grazia la partecipazione al pellegrinaggio.

Alle 18.15 di questo pomeriggio, presso la sala congressi dell’Hotel Occidental Aran Park, che accoglie i pellegrini di Belluno-Feltre giunti oggi a Roma in vista della beatificazione di Papa Luciani, si è svolto un primo incontro con la presenza di tutti i partecipanti al pellegrinaggio, incontro che è consistito in un momento di preghiera presieduto dal vescovo Renato con il supporto di alcuni giovani seminaristi.

Sono stati letti alcuni pensieri di Papa Luciani e il vescovo Renato ha invitato i pellegrini ad ascoltare le parole di Giovanni Paolo I come fosse la prima volta perché circostanze diverse fanno vedere e sentire in modo nuovo. Uno dei pensieri era sull’intramontabile amore di Dio verso l’umanità, Dio che è papà e ancora più è madre e vuol fare solo del bene ai suoi figlioli che, se per caso sono malati (anche di cattiveria) hanno un titolo in più per essere amati. Poi una riflessione sulla speranza, virtù obbligatoria per ogni cristiano perché significa fiducia e abbandono a Dio, un abbandono ben motivato perché Dio è onnipotente, ci ama immensamente ed è fedele alle sue promesse. E poi l’esortazione che Papa Luciani fece ai Cardinali chiedendo di essere aiutato da loro e di cercare insieme «di dare al mondo spettacolo di unità, anche sacrificando qualche cosa alle volte; ma noi avremmo tutto da perdere se il mondo non ci vede saldamente uniti».

Ricordati i 4 fondamenti su cui Papa Luciani ha basato i suoi 34 giorni di Pontificato (umiltà, fede, speranza e carità), il vescovo Renato ha poi spiegato il significato della reliquia che verrà presentata per la beatificazione. Si tratta di un semplice foglio che contiene una riflessione che Luciani scrisse nel 1956 con grafia molto chiara e che fa riferimento proprio all’umiltà, alla fede, alla speranza e alla carità.

Il reliquiario è stato ideato e realizzato dallo scultore Franco Murer che ha fatto una scelta di materiali altamente simbolica: per basamento ha scelto una pietra raccolta nel fondovalle di Canale d’Agordo e il basamento è poi sormontato dalla rappresentazione di una croce scolpita in un legno ricavato dagli schianti della tempesta Vaia.

Il Vescovo ha infine concluso il momento di preghiera ricordando a tutti che l’essere a Roma in questi giorni va vissuto come un dono e una grazia, anche per coinvolgere chi purtroppo non ha potuto essere presente.

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