«Il rischio è concreto: persone e famiglie che fino a questo momento erano riuscite a gestire le proprie risorse potrebbero trovarsi costrette, prima a causa della pandemia covid e adesso per l’aumento dei costi energetici, a rivolgersi alla Caritas». Il diacono Francesco D’Alfonso, direttore della Caritas diocesana, non nasconde una certa preoccupazione: sono in crescita i casi di povertà e si moltiplicano i bisogni. Aumenta la richiesta di beni di prima necessità, cibo, viveri e pasti a domicilio, vestiario, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette, degli affitti, delle spese per la gestione della casa e anche per le cure mediche.
L’approfondimento e l’intervista al direttore della Caritas, a cura di Martina Reolon, sul prossimo numero cartaceo dell’Amico del Popolo, disponibile da mercoledì 26 ottobre. Per abbonarti clicca qui
La pandemia, dal 2020 in poi, ha aggravato la condizione di molte famiglie e quest’anno i rincari dell’energia stanno mettendo a dura prova parecchie persone, anche chi fino a questo momento non aveva avuto particolari problematiche. Basta una grossa spesa imprevista in più e l’equilibrio rischia di saltare. «Quello che accadrà nei prossimi mesi sarà determinante», aggiunge D’Alfonso.
Il direttore della Caritas fa il punto sulla realtà bellunese – nel 2021 sono state circa 800 le persone che hanno cercato aiuto ai centri di ascolto e direttamente alla Caritas – e illustra il rapporto sulla povertà ed esclusione sociale di Caritas Italia presentato di recente a Roma. «Il titolo non è casuale: “L’anello debole”», precisa, «e fa riferimento ad alcune categorie di persone in condizioni di disagio che, in questo momento, soffrono ancora di più. Questo provoca un aumento dei casi di povertà e di tutti gli indicatori che riguardano la grave marginalità».
«Lavorare in rete è più che mai necessario», prosegue, «perché una comunità non può permettersi di lasciare indietro nessuno».
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