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domenica 14 Dicembre 2025,

Cammino delle Dolomiti, la Provincia chiederà ai Comuni di “adottarne” un segmento

Avviato il percorso con la Regione Veneto per giungere al riconoscimento regionale dell’itinerario ad anello (nella foto) ideato dalla Diocesi di Belluno-Feltre.

È stato avviato nelle ultime settimane il percorso con la Regione Veneto per giungere al riconoscimento regionale del Cammino delle Dolomiti, itinerario ad anello ideato dalla Diocesi di Belluno-Feltre a seguito del Sinodo 2005 e promosso dalla Provincia di Belluno. Il riconoscimento è una misura che rientra nel progetto regionale «Cammini veneti» (legge regionale 4/2020), con cui vengono ideate diverse azioni di promozione dello sviluppo sostenibile del territorio e del patrimonio naturale, storico-paesaggistico e delle tradizioni locali. La Regione infatti intende definire e individuare la Rete dei Cammini veneti. E all’interno di questa azione, Provincia e Diocesi, con la partecipazione della Dmo Dolomiti, hanno voluto rinnovare la promozione del Cammino delle Dolomiti, inserendolo nella lista degli itinerari di particolare interesse regionale.

Il Cammino delle Dolomiti è un percorso ad anello di circa 500 chilometri (senza contare le digressioni) che abbraccia quasi tutto il territorio della provincia di Belluno: trenta tappe con partenza ideale e arrivo a Feltre (al Santuario dei Santi Vittore e Corona) e passaggi in Valbelluna, Agordino, Cadore e Alpago, lungo luoghi di pregio naturalistico e di rilievo culturale e religioso.

Il lavoro per l’inserimento nella Rete dei Cammini veneti è stato preceduto nei mesi scorsi da un restyling del sito internet e della promozione. E adesso presuppone che venga individuato un responsabile per ogni segmento dell’itinerario, così da coordinare la manutenzione e le segnalazioni di eventuali problemi lungo il percorso. È per questo che la Provincia, nei giorni scorsi, ha presentato il Cammino ai sindaci, e sta inviando a tutti i municipi la proposta di collaborazione.

«In un’epoca di grande attenzione alle politiche green, abbiamo l’occasione di promuovere il nostro territorio attraverso il turismo “lento”. E in questo senso il Cammino delle Dolomiti rappresenta una delle tante possibilità del Bellunese, in grado di tenere insieme trekking, escursionismo e fede», spiega il consigliere provinciale delegato a cultura e ambiente, Simone Deola. «Chiediamo ai Comuni di collaborare, individuando una persona, una figura o un gruppo che possa raccogliere le segnalazioni degli utenti, in modo tale da coordinare gli interventi di manutenzione e di miglioria. La nostra volontà, di concerto con la Diocesi che ha ideato il Cammino, è di promuovere l’itinerario come proposta turistica, insieme alla Dmo Dolomiti. E il riconoscimento all’interno del progetto regionale sarebbe un motivo in più per attirare gli appassionati del turismo sostenibile, che sono sempre più diffusi».

«Ringraziamo la Provincia e la Dmo per la collaborazione attiva che rende la misura di quanto il territorio, unito, creda nella promozione del Cammino», commentano dall’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della Diocesi. «Grazie a questo lavoro di squadra sarà possibile dare nuovo slancio e concretezza a un progetto che è già realtà da 15 anni e che ha portato già diversi escursionisti sulle tappe del Cammino».

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5 commenti

  • Anche ‘sta volta non è mancata la preoccupazione di lasciarci fuori…

  • Già anch’io ho notato che non viene nominato l’ampezzano e nemmeno il Comelico. E che c’è qualche svarione da correggere nella descrizione delle tappe, e secondo me delle forzature nella ricerca del percorso delle stesse. Avrei voluto farlo nel 2000, anno giubilare, poi c’è stato un problema di salute, così col marito qualche anno dopo abbiamo percorso il Cammino Francese fino a Santiago partendo da S. Jean Pie-de-Port, al confine francese. Certo, un conto è mettersi a tavolino con una carta aperta e tracciare dei segni, un conto è viverlo. Nel 2009 abbiamo seguito il percorso da San Gottardo ad Agre, zona selvaggia: dovevamo farci strada tra le ragnatele. Secondo me senza collaborazione locale non si va da nessuna parte, perché un sogno possa diventare realtà ci vuole un impegno veramente serio. Auguri, io ormai sono troppo avanti con gli anni.

  • Noi con la nostra Azienda e famiglia diamo la disponibilità per “adottare” la tappa 24 (Pieve-Perarolo) in quanto residenti a Damòs, a metà del percorso. Crediamo che sia necessaria una forte azione di rilancio del Cammino, anche vedendo i risultati di altre relatà italiane senza parlare del fenomeno turistico-religioso creato dal Cammino di Santiago. Pensiamo che non ci manca niente come bellezza, e completezza storico culturale, dobbiamo lavorare sui servizi e l’ospitalità……

  • Percorso in bici (mtb) in 10 tappe a luglio 2020, con qualche deviazione su asfalto nella zona sopra Rocca Pietore , perchè ancora inagibile per gli schianti e franette varie derivanti da Vaia (ottobre 2018). Non è assolutamente vero che non interessa l’Ampezzano ed il Comelico: temo che chi si esprime in tal senso non conosca minimamente il territorio e la geografia….
    Una tappa infatti è stata da Alleghe, ciclabile , Caprile, tratti del percorso e poi Digonera, parte del percorso attorno al Col di Lana, Passo Falzarego, Rifugio De Bona, Fiames (dove ho pernottato).
    Il giorno successivo : ciclabile, val Padeon, Passo 3 Croci, Misurina sempre per ciclabile, Rifugio Città di Carpi (dove ho pernottato).
    Giorno successivo: Val d’Onge e val Marzon, Auronzo, Danta, Padola, Passo Zovo, Val Visdende ( più Comelico di così…), dove ho pernottato (Albergo Miravalle).
    Giorno successivo: val Visdende, Rifugio Sorgenti di Piave, Sappada (va beh adesso è Friuli…) , Passo della Digola, Val Frison, Rifugio Tenente Fabbro (dove ho pernottato). etc etc.
    Tengo a precisare che per quanto saltuaria ed un po’ sbiadita ho trovato la segnaletica ancora presente sul tracciato ( il triangolo giallo con le montagne stilizzate) e comunque il percorso è tutto segnato sulle carte Tabacco 1:25.000! Basta studiare un po’ a tavolino ed il percorso è ampiamente fattibile, non serve la freccetta sul cellulare che ti dica dove andare….Pernottamenti in alberghi o rifugi alpini.

    • Bravissima. Nell’articolo apparso sull’Amico del Popolo si parla infatti (cito) “… passaggi in Valbelluna, Agordino, Cadore e Alpago”. Manca qualcosa, non le sembra? Il rifugio che si trova ai piedi della Tofana de fora, o Tofana di Rozes, si chiama Dibona (cognome ampezzano) e non De Bona, e qualche altro piccolo errore nella descrizione delle tappe (tipo il Cordevole verso Sappada). Tutto è rimediabile. Bravissima la famiglia di Damos che si è offerta come supporto, tra l’altro in una bellissima zona, ricca di storia. Che sia di impulso per altri volonterosi, in modo che vengano coperte anche quelle zone meno conosciute, ma per questo non meno belle ed interessanti. Buon cammino!

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