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Un secolo fa questi erano i giorni della “marcia su Roma”, dell’inizio dell’epoca fascista, dell’avvio del governo guidato da Benito Mussolini. Leggiamo L’Amico del Popolo di allora: fino a pochi giorni prima dell’avvenimento c’era la piena consapevolezza dell’imminente fine del governo in carica ed erano pesanti i timori, espressi anche dal nostro giornale, che forze extraparlamentari, ovvero il partito fascista, potessero compiere azioni tali da scatenare una guerra civile. E ci fu, in effetti, il tentativo del governo di bloccare con l’esercito gli uomini armati di Mussolini, ma il re bloccò il provvedimento. E fece bene, secondo il giornale diocesano di Belluno e di Feltre, perché scongiurò un disastro peggiore di quel che accadde. Ci furono morti, azioni violente e antidemocratiche, ma poi Mussolini, un po’ a sorpresa, scelse la via “parlamentare” e nel suo governo volle anche personaggi dell’opposizione, compresi i politici del Partito Popolare Italiano che L’Amico del Popolo sosteneva.
Lettura e commento di Luigi Guglielmi.
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