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giovedì 26 Giugno 2025,

Piscina di Tambre, il Comune cerca soluzioni

Con l’Ulss non si vedono prospettive. Ora un dettagliato esame sui consumi di energia

Anche il ripristino dell’impianto natatorio, attualmente in disuso, è all’attenzione dell’amministrazione Bona, a Tambre: dall’insediamento del sindaco sono stati due gli incontri più importanti per la soluzione del tema.

A ottobre il confronto con la dirigente dell’Ulss 1 Dolomiti, Maria Grazia Carraro, per valutare la possibilità che l’impianto diventi un centro per la riabilitazione sportivo/funzionale in acqua. «Abbiamo apprezzato la disponibilità della dirigente», ha commentato Sara Bona, «che, però, ci ha chiarito i motivi per i quali la strada non è percorribile. Secondo la programmazione sanitaria regionale, infatti, il riferimento per la riabilitazione a livello provinciale è Lamon e per questo finanziamenti e interventi si concentrano su tale struttura. Inoltre, il numero di pazienti cui viene prescritta la riabilitazione in acqua è esiguo e potrebbe contribuire solo in minima parte all’eventuale sostenibilità dell’impianto natatorio. Altro punto limitante è l’attuale difficoltà a reperire le figure professionali necessarie per strutturare l’attività in acqua secondo gli standard previsti». Nell’incontro sono state prese in esame anche soluzioni che potrebbero essere valutate nel caso di una riconversione degli spazi: una palestra, per esempio, potrebbe essere utile per attività dedicate a pazienti con patologie come il diabete, o malattie cardiovascolari. «“In questo senso, però», ha continuato la sindaca, «l’amministrazione si muove già, sfruttando gli spazi della scuola, in collaborazione con associazioni come l’Assi Onlus».

Oltre all’incontro con l’Ulss, sono proseguiti i contatti con una società esperta nella gestione di impianti natatori, che l’amministrazione ha incontrato già ad agosto. Recentemente, le riflessioni si sono concentrate sulla necessità di abbattere il più possibile le spese termiche ed elettriche dell’impianto a fronte dell’impennata dei costi: un presupposto imprescindibile per concretizzare la riapertura dell’impianto nella sua forma attuale. «Abbiamo deciso di svolgere un’analisi energetica complessiva della struttura per andare a individuare e quantificare i possibili interventi per contenere le spese, sebbene grazie a quanto realizzato dalle amministrazioni di Oscar Facchin i costi per il riscaldamento siano già stati abbattuti con l’impianto a cippato. Tale analisi», ha concluso Bona, «potrebbe essere funzionale anche a valutare la partecipazione ai bandi per il finanziamento di interventi di riqualificazione, come quelli che vengono attualmente emanati dal Ministero dello Sviluppo Economico, proprio per far fronte agli aumenti. L’Amministrazione è convinta della necessità di rimettere a valore questa struttura comunale prima che la prolungata chiusura possa comprometterne la funzionalità».

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