L’appartamento in via Sant’Andrea a Belluno messo a disposizione a costo calmierato dall’Ulss Dolomiti per i professionisti che scelgono l’azienda sanitaria bellunese è già utilizzato da 9 medici e “prenotato” da altri due che inizieranno la loro attività in Ulss a marzo. L’Associazione Ail – sezione di Belluno, con un investimento di oltre 54 mila euro, ha arredato e “accessoriato” con ogni utilità, dagli elettrodomestici alle stoviglie, sia l’appartamento di Via Sant’Andrea a Belluno sia la foresteria di Feltre, contribuendo a rendere accogliente e confortevole le strutture. Ancora una volta l’Ulss Dolomiti esprime il proprio grazie all’Associazione, sempre attenta ai bisogni dell’ospedale con grande generosità.
L’appartamento “Dolomiti” in centro a Belluno, inaugurato lo scorso settembre, si aggiunge alle foresterie da tempo a disposizione di medici ed altri professionisti che svolgono parte del loro percorso formativo presso le strutture aziendali e di dipendenti che devono garantire il servizio di pronta disponibilità in caso di particolari condizioni meteorologiche o di altra natura, che rendono difficoltoso il tempestivo raggiungimento della sede lavorativa. Altri posti letto di foresteria sono in fase di realizzazione, anche grazie a un finanziamento dei Fondi Comune di Confine.

L’Ulss Dolomiti, inoltre, ha siglato un protocollo con l’Università di Padova che impegna l’ateneo patavino ad aumentare il numero di medici in formazione specialistica che completano il loro percorso di studi nelle Dolomiti, supportati nella logistica dall’azienda sanitaria. L’appartamento a prezzo calmierato, infatti, è una risposta concreta, e apprezzata, alla difficoltà dei professionisti di raggiungere la provincia di Belluno e di trovare un alloggio.
Nel corso del 2022, i medici in formazione specialistica che hanno prestato servizio nelle varie strutture dell’Ulss Dolomiti (negli ospedali di Agordo, Belluno, Pieve e Feltre e al Dipartimento di Prevenzione) sono stati complessivamente 73, per un totale di oltre 240 mesi totali di attività complessivi, provenienti dalle università di Padova e Verona.
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2 commenti
Tarcisio de lotto
Ottima iniziativa! Complimenti a chi l’ha promossa con la speranza che si moltiplichino questi servizi anche per altre categorie di lavoratori che trovano carenze di alloggi a prezzi abbordabili specie nelle zone turistiche. Ci sono molte case chiuse in provincia ( anche di proprietà di enti ecclesiastici o comuni come ad esempio canoniche o strutture di villeggiatura x bambini costruite negli anni ’60).
Perché non riconvertirle per chi ha il lavoro e non trova alloggi? O si ripete la dolorosa annotazione di San Luca ( 2,1-7) ” non c’era posto per loro”?
Claudio
Sarebbe auspicabile se questi appartamenti venissero dati in uso anche a infemieri, OSS, ostetriche e fisioterapisti