Nei giorni scorsi la scuola in ospedale e gli operatori del reparto di Neuropsichiatria infantile/Pediatria di Belluno, con il supporto dello Sportello provinciale autismo di Belluno, hanno avviato la prima esperienza di accoglienza dei piccoli pazienti con disturbi del neurosviluppo utilizzando la Comunicazione Aumentativa Alternativa.
Mattia (nome di fantasia), un bambino di madre lingua non italiana e con bisogni comunicativi complessi, è arrivato con la sua mamma e il suo inseparabile quadernetto che conosceva tanto bene: è stato più facile comunicare con lui attraverso le immagini note. I medici, le infermiere, la maestra non erano sconosciuti, i loro volti apparivano sulle pagine del suo quaderno speciale. Tutto è diventato più semplice e anche le varie visite e le procedure, anticipate con le foto, sono state eseguite con serenità, senza bisogno di sedazione.
La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) è tutto l’insieme di strategie, strumenti e tecniche messe in atto per garantire la comunicazione alle persone che non possono esprimersi verbalmente. Viene definita Aumentativa in quanto non si limita a sostituire o a proporre nuove modalità comunicative, ma intende accrescere la comunicazione naturale e le competenze del soggetto. Viene definita Alternativa in quanto si avvale di ausili e della tecnologia avanzata. Tale approccio ha come obiettivo la creazione di opportunità di reale comunicazione e di effettivo coinvolgimento della persona, pertanto deve essere flessibile e su misura della persona stessa. Uno dei più noti strumenti di CAA conosciuti è il sistema di scrittura in simboli ed è quello che è stato individuato nella Neuropsichiatria/Pediatria di Belluno per le prime esperienze in ospedale.
Nello specifico, prima del ricovero vengono realizzati dalle insegnanti strumenti e materiali con immagini, foto e scritte. Tali strumenti vengono proposti ogni giorno ai bambini dai genitori e dagli insegnanti di classe in modo da abituarli lentamente ai giorni di degenza. Le stesse pagine interattive vengono, poi, proposte in ospedale in modo da anticipare al bambino, passo per passo, quello che dovrà fare, riducendo così ansie e tensioni. Vengono rappresentati, così, i vari momenti della giornata in ospedale attraverso immagini e foto, in modo da anticipare ai bambini i vari cambiamenti, rassicurandoli.
Questo lavoro in sinergia tra ospedale, scuola e famiglia permette ai piccoli di conoscere in anticipo gli spazi del reparto, le persone che vi lavorano e i loro ruoli, le procedure mediche utilizzate, creando una relazione di fiducia tra i bambini e chi si prende cura di loro.
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1 commento
Ivano De Bona
Come socio del Gruppo Autismo Belluno non posso che complimentarmi con l’Ulss 1 per la scelta di adottare la CAA nella comunicazione con soggetti che hanno il disturbo autistico. Faccio tuttavia notare come già un anno fa avessimo contattato l’Ulss1 alla ricerca di un/una logopedista da attivare a beneficio di alcuni nostri soci che ne avevano bisogno per i loro figli. L’Ulss1 manifestò la forte difficoltà di trovare professionisti da aggiungere al loro organico. Riuscimmo comunque a contattare una logopedista pensionata da poco ed esperta anche di CAA, abitante in provincia di Treviso, ma che settimanalmente prestava servizio come privata anche a Belluno. Durante un incontro l’Ulss ne fu informata. Ad ottobre 2022 facemmo un convegno pubblico in cui questa professionista spiegò cosa fosse la CAA e come utilizzarla. Questo però deve essere solo il primo passo in avanti nel comprendere l’importanza della CAA e nel metterla in pratica, che sicuramente fa fare un salto in avanti nella comunicazione nei confronti di tutti e non solo dei soggetti autistici.