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domenica 8 Giugno 2025,

Donano 24 ore come camerieri e quel che guadagnano va in beneficenza

Il progetto «I’m Working 4 Charity» è ideato e promosso da Giuseppe Lira, Nicoletta Giusti, Jacopo Lahbi, Giovanni Lira in collaborazione con la Birreria Pedavena

Donare il proprio tempo e la propria forza lavoro per aiutare il prossimo. Questo il concetto su cui si basa il progetto «I’m Working 4 Charity» ideato e promosso da Giuseppe Lira, Nicoletta Giusti, Jacopo Lahbi, Giovanni Lira in collaborazione con la Birreria Pedavena.

Quattro ragazzi che donano 24 ore del loro tempo, lavorando come camerieri, per poi donare il proprio compenso in beneficenza a quattro diverse realtà locali. Si lavora, si aiutano i ristoratori e allo stesso tempo si fa qualcosa di bello per i più bisognosi.

Punto d’incontro e di partenza è la Birreria Pedavena. «Sappiamo delle difficoltà nel reperire personale che sta vivendo il settore della ristorazione», spiega Giuseppe Lira, «e la Birreria non fa eccezione. Negli ultimi anni si è sentito sempre di più parlare della carenza di manodopera, in ogni zona d’Italia, dal mare alla montagna. Cercavamo inoltre un modo concreto che potesse in qualche maniera aiutare altre persone. Abbiamo quindi, molto semplicemente, unito le due cose. L’obiettivo è di raccogliere una somma di denaro, attraverso il nostro lavoro».

«Confermo le difficoltà che stiamo incontrando, soprattutto dalla riapertura post–covid in poi», aggiunge Lionello Gorza, proprietario del locale di Pedavena, «non si trovano più giovani disposti a lavorare nel weekend, e anche fidelizzare i collaboratori non è facile. C’è un ricambio molto veloce e questo influisce anche sulla qualità del lavoro, perché non si riesce a completare il necessario periodo di formazione. Così quando mi è stata proposta questa iniziativa ho accettato con entusiasmo. Risolvo in parte un mio problema e contestualmente vengono aiutate persone bisognose. Può essere un esempio per altre persone che lo possono ripetere in qualsiasi luogo ed in qualsiasi posto».

Sono quattro le serate già programmate. Si inizia sabato prossimo, 18 febbraio. Dalle 18 alle 24 i 4 giovani saranno impegnati a servire la clientela. «Indosseremo delle vistose magliette arancioni», spiega Giovanni Lira, «e quindi saremo immediatamente riconoscibili». Oltre al compenso dei quattro lavoratori (che sono perfettamente in regola con le normative e il contratto di lavoro) alle due casse della Birreria saranno posizionate altrettante scatole arancioni per raccogliere le eventuali donazioni dei clienti.

L’obiettivo è di raccogliere 500 euro a sera, tra compenso e donazioni dei clienti. I beneficiari saranno una donna ucraina, scappata dalla guerra con due figli piccoli; la Caritas di Pedavena, che da sempre aiuta e supporta i più bisognosi; la Protezione Civile di Fonzaso, per avviare un progetto sulla raccolta di rifiuti; e il Soccorso Alpino Bellunese, che veglia su tutti coloro che amano e frequentano le nostre montagne.

Il “guadagno” della serata di lavoro non verrà consegnato nelle mani dei quattro intraprendenti camerieri, ma direttamente devoluto in beneficenza dalla birreria. «Abbiamo scelto noi a chi devolvere il nostro guadagno», spiegano i quattro, «ma sarà il locale a fare direttamente il bonifico». E l’eventuale surplus? «I soldi in più li lasceremo alla Birreria, perché vengano suddivisi tra i dipendenti del locale. Conosciamo bene quanto si impegnino, inoltre è un modo per riconoscere il loro supporto».

Il prossimo appuntamento è in calendario per il 18 marzo. «Stiamo già programmando le ultime due serate», spiega Giuseppe Lira, «che probabilmente saranno in autunno».

La speranza dei quattro intraprendenti ragazzi è che molti altri possano seguire il loro esempio: «È un’iniziativa che chiunque può mettere in atto in autonomia. Ma in ogni caso siamo disponibili a offrire il nostro supporto».

2 commenti

  • Iniziativa lodevole, senza dubbio. Bravi! Per quanto riguarda la difficoltà a reperire manodopera nel settore, se i datori di lavoro iniziassero a dare stipendi dignitosi o cmq consoni alle ore e alla tipologia di lavoro, non avrebbero difficoltà a reperire personale. Non si può pretendere di far lavorare sabati, domeniche e festivi le persone e pagarli 6/7 euro l’ora…. Ovvio che c’è un continuo ricambio e le persone non rimangono per molto tempo. Mi sembra inevitabile

  • Lodo l’iniziativa dei 4 giovani e anche il sig. Gorza che la ha condivisa, ritengo però che proprio il sig.Gorza che ha voluto e saputo mantenere viva la Birreria, ( ricordiamo tutti le vicissitudini del complesso) non sia il datore di lavoro che sottopaga i propri dipendenti e collaboratori, ma sia piuttosto il tipo di lavoro che impegna in ore particolari e giornate anche festive, a non essere di gradimento di tanti giovani che preferiscono invece lavori a giornata, tipo quelli di fabbrica. Quando vado in Birreria lo vedo sempre attivo e personalmente collaborativo.
    Bravi ragazzi, siete di esempio x tanti altri giovani.

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