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giovedì 12 Giugno 2025,

Arpav: a febbraio in Veneto solo 3 millimetri di precipitazioni contro i 60 abituali

Di fronte alla siccità è fondamentale tutelare le risorse idriche a disposizione e potenziare la capacità di stoccaggio negli invasi esistenti mettendoli in efficienza.

«È fondamentale tutelare le risorse idriche che abbiamo a disposizione e potenziare la capacità di stoccaggio negli invasi esistenti mettendo in efficienza quelli penalizzati da masse di detriti, incrementare i sistemi di ricarica artificiale della falda e sfruttare la capacità che può assicurare la rete di cave dismesse in pianura. I dati ci dicono che possiamo parlare oggettivamente di emergenza perché lo dice la realtà, non perché si vogliono creare allarmismi. L’ultimo rapporto dell’Arpav dice che nel mese di febbraio sul Veneto sono mediamente caduti 3 mm di precipitazione; la media del periodo 1994-2022 è di 60 mm». Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha anticipato alcuni dati del «Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto» (al 28 febbraio di quest’anno) in pubblicazione a cura dell’Arpav.

Il documento riferisce che li apporti meteorici mensili sul territorio regionale sono stati pressoché nulli (-96%) e sono stimabili in circa 46 milioni di metri cubi d’acqua. Per ritrovare una situazione simile bisogna tornare al 1997 con 4 mm. In tutti i bacini idrografici della regione di riscontrano condizioni di elevato deficit pluviometrico che variano dal -90% del Po al -98% di Adige, Lemene, Pianura tra Livenza e Piave, Sile e Tagliamento.

Nel periodo di un mese, l’indice SPI (che quantifica l’impatto del deficit di precipitazioni in diverse scale di tempi) delinea segnali di siccità moderata sulla provincia di Rovigo, sulla punta meridionale di quella di Venezia, sulla zona dell’alto Garda e su una fascia tra Bellunese, Vicentino e Trevigiano. Ma sul resto del Veneto mette in evidenza siccità “severa” che diventa “estrema” in alcune aree del Veneziano. Per quanto riguarda i fiumi, alla data del 28 febbraio, le portate «si mantengono ancora nettamente inferiori alle medie storiche su tutti i principali corsi d’acqua».

La Regione Veneto sta promovendo interventi e sta preparando un piano irriguo, fa presente Zaia, sottolineando però che il problema non è solo di una regione, ma comune; di fronte a quello che appare innegabilmente un cambiamento climatico è fondamentale una nuova visione, bisogna guardare a una strategia a livello nazionale con la definizione di un piano straordinario che tuteli le nostre risorse idriche e indichi precisi interlocutori agli amministratori regionali e territoriali. «In questa ottica – ha concluso – apprezzo la via presa dal Governo verso la nomina di un commissario».

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