«Il mio obiettivo e la mia speranza sono che sempre più giovani si interessino alle tematiche legate a legalità, anticorruzione, lotta alla mafia e senso civico». Il giovane Ludovico Tabacchi, nato a Pieve di Cadore, dal 2014 si è fatto promotore di una serie di incontri dedicati, appunto, a legalità e valori civici. Grazie al suo impegno sono arrivati in provincia, nello specifico a Calalzo di Cadore, i generali Angiolo Pellegrini e Giampaolo Ganzer, il colonnello Angelo Jannone e il colonnello dei Carabinieri Mauro Obinu. Questa volta l’incontro che vede come ideatore Tabacchi, 28 anni, si svolgerà a Belluno, grazie alla co-organizzazione del Comune. L’appuntamento è sabato 27 maggio, alle 18, a Palazzo Fulcis. Protagonista Carmelo Burgio, generale dell’Arma. «La serata si intitolata “I Carabinieri in Afghanistan”», precisa Tabacchi, «come il volume di cui lo stesso Burgio è autore. Durante l’incontro il generale, al di là della facile retorica che ha animato la discussione sul tema afghano, proverà a mettere ordine riportando dati, analisi e operazioni messe in campo nell’anno trascorso in Afghanistan come comandante del Gruppo consultivo di addestramento combinato (Ctag-p) della polizia, in ambito Nato. E parlerà di come i Carabinieri dimostrarono le loro capacità anche in ambito operativo, attraverso le indagini volte a sgominare le cellule terroristiche infiltrate nelle Forze Armate afghane».
Con questa nuova iniziativa Tabacchi continua dunque il suo impegno nell’organizzazione di eventi che parlino di lotta alla criminalità organizzata. Ma come è nata l’idea di avviare questo percorso? «Tutto è cominciato nel 2014, quando frequentavo il liceo “Volta”, a Udine», sottolinea. «A scuola mi era stata data la possibilità di approfondire queste tematiche. Ho iniziato poi a girare per l’Italia, recandomi più di una volta a Palermo. Importante è stata anche la lettura, diversi anni fa, del libro “L’agenda rossa di Paolo Borsellino”, di Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco». Spesso si pensa che un territorio come quello della provincia di Belluno sia immune da alcune tipologie di criminalità. In realtà, la mafia e la corruzione possono infiltrarsi ovunque. E, come diceva Giovanni Falcone, la mafia si modifica, “adattandosi” ai cambiamenti dell’uomo. «Uno dei più importanti punti di forza della mafia è la sua capacità di ottenere la cooperazione di altri attori, esterni al suo nucleo organizzativo, vale a dire la capacità di stringere rapporti di collusione e complicità con sfere della società civile e delle istituzioni», precisa Tabacchi. «Ed è per questo che bisogna formare i giovani, dare loro l’occasione di conoscere la storia e le conseguenze del diffondersi dell’illegalità. La scuola, in questo senso, ha un ruolo importante. Ma tutti nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa. Per combattere un nemico bisogna conoscerlo e far sì che la popolazione denunci. L’auspicio è che la partecipazione dei giovani a eventi come quello del 27 maggio continui a crescere».

«Con la fine dell’emergenza pandemica ho potuto rimettermi in moto per far arrivare sul nostro territorio personalità importanti», dice ancora Tabacchi. «Devo dire che ho sempre trovato grande disponibilità. In tutte le occasioni mi sono presentato come semplice cittadino interessato a questi temi e la risposta che ho avuto è stata positiva». «Quest’anno, tra l’altro, ricorre il trentennale dela cattura di Totò Riina e a gennaio c’è stato l’arresto di Matteo Messina Denaro, grazie agli ufficiali del Ros dei Carabinieri», conclude Tabacchi. «Parlare di questi temi è importante, anche in territori come la provincia di Belluno che, visto anche il grande evento del 2026, le Olimpiadi, potrebbe diventare appetibilità per criminalità organizzata».
Martina Reolon
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