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lunedì 16 Giugno 2025,

Belluno spreca il 70,6% dell’acqua degli acquedotti (solo Latina fa peggio)

Lo afferma il Rapporto annuale 2023 dell'Istat (Elaborazione dell'Amico del Popolo su Istat)

È uscito il nuovo Rapporto annuale dell’Istat, punto di riferimento per comprendere lo stato del Paese e delle sue articolazioni locali. Il Rapporto dedica uno sguardo specifico ai temi ambientali e, vista anche la situazione del cambiamento climatico in atto, con le difficoltà che si prospettano a livello di gestione delle risorse idriche, mette sotto la lente le province con la maggiore dispersione dell’acqua immessa negli acquedotti. Le Dolomiti Bellunesi sono l’area in cui si spreca di più in Italia, se si eccettua la provincia di Latina. Ma vediamo nel dettaglio.

«L’infrastruttura idrica italiana è caratterizzata da una condizione di persistente criticità», si legge nel Rapporto annuale 2023 dell’istituto di statistica nazionale. «Nel 2020, il 42,2 per cento dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile non arriva agli utenti finali. Le situazioni di maggiore criticità si verificano nel Centro e nel Mezzogiorno, nelle aree ricadenti nei distretti idrografici della fascia appenninica e insulare. Nel 2020 sono andati persi in distribuzione 3,4 miliardi di metri cubi». Lo evidenziamo: in Italia, mediamente, quasi la metà dell’acqua (il 42,2%) che viene immessa negli acquedotti si disperde e non arriva a destinazione. Evidenziamo anche questo: le situazioni più critiche si manifestano nel Centro (Latina ha il record: spreca il 73,8% dell’acqua immessa negli acquedotti) e nel Mezzogiorno. Con una gravissima eccezione, lo possiamo dire.

La mappa interattiva del Rapporto annuale 2023 Istat: Belluno spreca il 70,6% dell’acqua immessa negli acquedotti (dato del 2020).

L’eccezione è la provincia di Belluno. Rileva l’Istat che nel 2020 addirittura il 70,6% dell’acqua immessa nella rete degli acquedotti bellunesi è andata perduta, dispersa, non è mai arrivata a destinazione. Acquedotti colabrodo che disperdono più di due terzi dell’acqua, il 70,6%, un dato nettamente superiore al già gravissimo 42,2% della media italiana, quasi il doppio. Significa che viene prelevata dai nostri fiumi bellunesi una quantità d’acqua immensamente maggiore rispetto a quella che poi ci arriva nelle case. Le implicazioni ambientali sono evidenti, ma si pone perfino una questione etica, morale.

Sono numeri che, inevitabilmente, interpellano in maniera forte il gestore bellunese dell’acqua: Bim Gsp ancora sta provando a uscire dalla gravissima situazione finanziaria manifestatasi nell’ultimo decennio (nel 2011 il debito della società posseduta dai Comuni bellunesi aveva toccato il massimo di quasi 90 milioni di euro), che ha condizionato pesantemente gli investimenti. Non si poteva investire per riparare e rendere efficienti gli acquedotti, c’era da pensare ai debiti che avevano condotto la società sull’orlo del fallimento, una vera montagna di debiti. Tagli radicali delle spese, un nuovo assetto, aumenti delle bollette, salvato Bim Gsp. Ma adesso siamo ridotti così.

Luigi Guglielmi

3 commenti

  • Almeno una buona scusa ce l’abbiamo

  • E si che il privato doveva risolvere questi problemi ma nessuno è responsabile nemmeno quelli che han fatto i debiti che vengono fatti pagare agli unici nn responsabili cioè, noi cittadini sempre più tartassati da pubblico e privato,il ns portafoglio si sta svuotando mentre i loro personali si gonfiano sempre più, quando si scateneranno le ire funeste dei poveracci nessuno potrà fermarle ……troppa gente nn fa il proprio dovere ma sembrano intoccabili, questi stanno in ogni luogo come le mele marce ma godono dei soliti privilegi e noi ci sentiamo stanchi e stufi di subire ingiustizie e
    balzelli di ogni tipo, io ragiono e penso altrimenti! Ma la rabbia e il malessere sale…..

  • Purtroppo lo spreco d’acqua è una pessima abitudine, diffusa in tutta Italia e non solo nella provincia di Belluno. Lo spreco d’acqua è dovuto a molteplici fattori: 2) gli acquedotti comunali ridotti come “colabrodo, 2) le cattive abitudini (continuare a far uscire l’acqua dal rubinetto senza che ve ne sia la necessità mentre ci si sta lavando, 3) le perdite occulte degli impianti idraulici; bisognerebbe controllarli a cadenza regolare chiudendo tutti i rubinetti e osservando se il misuratore segna comunque un consumo; dopodiché, se si evidenzia un perdita, affidarsi alla buona sorte e sperare di trovare in tempo utile un idraulico disposto ad intervenire con cortese sollecitudine…) Certo che se l’utente, nel suo piccolo, dovrebbe impegnarsi anche il gestore del servizio dovrebbe fare altrettanto. Insomma, FORSE BASTEREBBE UN PO’ DI COLLABORAZIONE PER IL BENE DI TUTTI.
    Buon lavoro. Saluti
    Michela Lazzarini.

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