Con una nota alla stampa SlowMachine ha reso pubblica una forte critica alla nuova gestione della Fondazione Teatri. «Alla stagione teatrale che negli ultimi dieci anni ha portato a Belluno compagnie internazionali come Familie Flöz, Agrupación Señor Serrano, Motus, Terzopoulos, Alessandro Bergonzoni, Rezza/Mastrella, Balletto Civile, Chiara Guidi, Alessandro Sciarroni, Silvia Gribaudi, Ascanio Celestini, Roberto Latini, Silvia Gallerano, Pippo del Bono e molti altri», si legge nel documento, « è stato comunicato ieri, a programma per la 9a edizione ultimato, che il nuovo Consiglio Direttivo, presieduto da Massimo Ferigutti, ha deciso di destinare per la stagione 23/24 la cifra (irrisoria per la realizzazione di una stagione teatrale) di 3.000 euro oltre a chiedere il pagamento del 30% degli affitti del Teatro Comunale».
SlowMachine, pronta a partire per la nuova stagione di «Belluno Miraggi», si ritrova spiazzata sul fronte economico e si dichiara assolutamente sorpresa per la decisione. «I contributi erogati dalla Fondazione Teatri in questi anni di Residenza Teatrale per la realizzazione di un progetto culturale che ha dei costi che sono di circa 100.000 euro non sono mai stati lontani dal 20%», dunque intorno ai 20.000 euro, «e già così era talvolta insostenibile per l’Organizzazione, ma per fortuna, tale sostegno è sempre stato integrato oltre che dagli sponsor e da istituzioni come Fondazione Cariverona o il Ministero della Cultura, dagli spettatori che hanno sempre risposto positivamente, credendo nel progetto e sostenendolo con la partecipazione e l’entusiasmo rispetto ad una stagione innovativa e articolata».
«A questo punto viene spontaneo chiedersi dove si vogliano destinare le risorse che la Fondazione riceve dal Comune di Belluno e dalla Fondazione Cariverona, sicuramente è evidente che non vanno a sostegno di una progettualità che in 10 anni ha portato il meglio della scena contemporanea nazionale ed internazionale nella nostra città, offendo un servizio culturale che ha creato un nuovo pubblico, riempito il teatro di giovani, creato un dialogo con gli artisti ospiti e gli spettatori, portato in Provincia prime regionali, proposto progetti di formazione con compagnie internazionali, portato a Belluno spettatori da tutta la Regione e oltre».
Tremila euro. «Cosa sono 3.000 euro? Sicuramente la possibilità di realizzare un’edizione di Belluno Miraggi come negli anni passati è da escludersi, la Fondazione propone al soggetto residente SlowMachine un contributo minore di quello che l’Associazione Culturale Tina Merlin ha volontariamente proposto per la realizzazione del progetto in collaborazione di Maurizio Donadoni “Matteotti Medlay” lo scorso anno».
«Siamo veramente esterrefatti», si conclude così la nota di SlowMachine, «che una Fondazione che gestisce risorse anche pubbliche venga guidata al di fuori di criteri oggettivi, siamo perplessi che si possano nominare coordinatori senza bandi, assegnare risorse per delle stagioni in maniera così poco lungimirante e attenta e senza probabilmente conoscere come funzioni il sistema teatrale nazionale e il mercato di riferimento. Ci dispiace moltissimo dover pensare di dichiarare conclusa l’esperienza di Belluno Miraggi, ma queste sono condizioni inaccettabili. Dovremo capire cosa sarà possibile fare e come proseguire la stagione che era già programmata e se troveremo altre collaborazioni e sostegni… Rispetto a tutta questa situazione lanciamo il nostro appello e ci chiediamo cosa ne pensi il Comune di Belluno, ci domandiamo come mai non tenga alla salvaguardia di eventi e professionalità che vengono apprezzati al di fuori dei confini provinciali e regionali e che danno linfa culturale al territorio».
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2 commenti
Gabriella Dal Farra
Mi spiace leggere questa notizia.Il respiro ampio della programmazione di Belluno Miraggi in questi anni ha portato grandi spettacoli di teatro contemporaneo. Vorrei capire perché una rassegna che ha riempito il teatro anche di giovani e che ha elevato l’offerta culturale a Belluno venga messa a lato. Per la cultura non ci sono soldi? Viene preferito il finanziamento a pioggia per accontentare tutti? È una scelta ideologica? Ma un po’ di buona aria culturale in questa città così periferica non c’è la possiamo permettere? E un dibattito pubblico sul argomento, invitando in primis tutti coloro che in questi anni sono stati gli spettatori/cittadini del Comunale?
Claudia bonan
Penso si tratti anche di :
“”un cambio di passo “” !!
Non troppo palese , anche in campo culturale e a livello nazionale !
Oltre a : “”con la cultura non si mangia “” !
Si pensa, però di ” esorcizzarla ” !!!
Per ridurla tutt’al più a un comune oggetto di poco valore .