Nel pomeriggio di oggi, giovedì 13 luglio, due escursionisti, un 64ennne di Reggio Emilia e un 61enne di Oristano, sono stati colpiti da tre scariche di fulmini mentre si trovavano all’uscita della Ferrata Olivieri alla Punta Anna, sulle Tofane. A dare l’allarme un turista straniero che li aveva scorti in visibile difficoltà, immobili e incapaci di rispondere. L’uomo è sceso in velocità per trovare campo e fare la prima chiamata attorno alle 16, per poi raggiungere il Rifugio Giussani e chiamare nuovamente assieme al gestore.
Non avendo informazioni precise, l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha fatto campo base al Rifugio Dibona ed è poi risalito di quota e ha sbarcato il tecnico di elisoccorso con un verricello di 25 metri dove la ferrata corre in piano e arriva al bivio in uscita verso la cima tramite la Ferrata Aglio o la discesa dal Sentiero Olivieri.
Solo una volta raggiunti gli escursionisti è stato chiaro cosa fosse successo. Entrambi avevano riportato danni da folgorazione, uno più lievi, l’altro di media gravità, al punto da dover essere imbarellato. Durante una forte grandinata, mentre ancora erano agganciati al cavo, in successione c’erano state tre scariche che li avevano fatti sbalzare in aria e cadere terra. Con gli arti contratti, sotto shock, erano rimasti immobili, senza riuscire nemmeno ad estrarre i cellulari. Recuperati e portati in piazzola al Dibona, i due uomini sono stati stabilizzati dall’equipe medica. L’eliambulanza è poi volata all’ospedale di Belluno.
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3 commenti
Daniele
Sono 3 giorni che è stata dichiarata allerta gialla per avverse condizioni meteo e criticità idrogeologica…… Cosa ci vanno a fare questi lassù?? Dire che sono incoscienti è un eufemismo. Così è proprio andare a cercarsele le rogne!!
Denis Perer
Concordo come sopra il pericolo era stato segnalato dalle previsioni ma si continua a sfidare la sorte,questa se la ricorderanno per tutta la vita.
Rita S.
Ho fatto la ferrata Olivieri mezzo secolo fa, ero una giovane sposina con un marito amante della croda, con una giornata stupenda, felice di avercela fatta con tale guida. Non l’ho più ripetuta.
Quello che mi meraviglia è l’età dei due alpinisti, che mi fa riflettere. D’accordo la grande passione, che capisco, ma la prudenza in tutte le cose, soprattutto in montagna, rimane la virtù più importante. Sono contenta che si siano salvati, ricordo ancora nell’ottobre del 1983 se non sbaglio, una coppia in escursione sull’altopiano di Fanes che, trovatasi nel mezzo di una bufera di neve, perso il sentiero non si è più presentata al rifugio. Le salme sono state ritrovate nell’estate successiva, con evidenti segni di essere state folgorate.