Lo Studio Teologico Interdiocesano di Treviso e Vittorio Veneto, che ha formato per oltre cinquant’anni numerose generazioni di preti della marca trevigiana, si trasforma in Istituto Teologico Interdiocesano «Giuseppe Toniolo». La nuova realtà accademica – promossa dalle diocesi di Belluno-Feltre, Treviso e Vittorio Veneto – si apre a un vasto territorio, con quasi due milioni di abitanti, completando così l’offerta formativa, già qualificata attraverso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR) «Giovanni Paolo I», che ha sede a Treviso e un polo didattico presso il Seminario di Belluno.
Nel nuovo Istituto troveranno casa gli studenti di sempre, cioè i seminaristi che si preparano a diventare preti, e quanti (laiche, laici e religiosi) intendono conseguire il baccalaureato in Teologia (cioè la laurea breve), che apre le porte alla carriera accademica in ambito teologico, fino alla licenza e al dottorato. Grazie alla collaborazione con l’ISSR, l’Istituto «Giuseppe Toniolo» offre la possibilità di soddisfare le diverse esigenze formative, compresa la possibilità di prepararsi all’insegnamento della religione cattolica in cinque anni attraverso gli appositi corsi abilitanti (Didattica, Insegnamento della religione cattolica, Tirocinio).
Con l’avvio dell’anno accademico 2023-2024, sarà possibile iscriversi come studenti ordinari (seguendo la maggioranza dei corsi), come uditori (per alcuni corsi), o ospiti (se già iscritti all’ISSR). I corsi si terranno al mattino il lunedì, martedì, venerdì e sabato, insieme con i seminaristi.
Il piano di studi quinquennale mira a una solida formazione biblica, filosofica, liturgica e teologica e comprende anche alcuni corsi comuni con l’ISSR. Il corpo docenti è formato da 26 insegnanti tra preti, religiose, laiche e laici. Al suo interno sono presenti 9 docenti stabili, di cui 2 bellunesi.
Il prospetto qui sotto sintetizza l’offerta formativa nel territorio tra la Marca e le Dolomiti bellunesi.

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1 commento
Giuseppe
Bella iniziativa di collaborazione tra vicine sorelle: vista la rarefazione del numero dei seminaristi, aprire finalmente ai laici permette di non ridurre ulteriori posti di lavoro e di avvicinare la teologia ai problemi reali della gente. Complimenti.