Il poeta e artista Paolo Gambi ha donato, alla presenza del presidente delle Regole d’Ampezzo, Stefano Gaspari, una propria opera post-contemporanea dal titolo «Quando i monti non avevano ancora alzato la testa» al Museo paleontologico Rinaldo Zardini di Cortina d’Ampezzo. Si tratta di una poesia musiva multimediale, ossia di un mosaico in cui è inserito un QR code da cui, con uno smartphone, chiunque può accedere al contenuto digitale dove, con poesia e musica, l’autore indaga il suo rapporto con Ampezzo. L’opera materica rappresenta una spirale di Fibonacci composta da tessere di rocce di Ampezzo, ispirata dai fossili del Museo.
Il gesto, che come ha ricordato Gaspari, è motivato prima di tutto dal legame di Gambi con Ampezzo («Sono sempre a Cortina, anche quando mi trovo altrove», ha detto Gambi), ma ha anche un altro significato perché segna l’ingresso dell’artista nella fase “post-contemporanea”. Quest’opera infatti, ha spiegato Gambi, ha quattro elementi fondanti che parlano la lingua del post-contemporaneo: contiene poesia multimediale, tramite Fibonacci ricerca la bellezza biologica, tramite il QR code vive su due dimensioni e soprattutto è stata donata e quindi «tolta dalla logica capitalistica di mercato che segna il contemporaneo».
«Per me era molto importante», ha detto Gambi, «che questa nuova fase che guarda all’arte del futuro iniziasse qui, in un museo paleontologico, perché per andare avanti bisogna guardare indietro e qui si torna all’origine di tutto. Ringrazio le Regole d’Ampezzo e la sua Giunta e Gioia de Bigontina la per aver accettato il mio dono».
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