Prende forma il progetto di riqualificazione della Casa del Sole, nel centro cittadino di Ponte nelle Alpi: l’amministrazione comunale, infatti, ha presentato la delibera di affidamento allo studio di architetti “Made” di Treviso.
«Ci siamo prodigati con gli uffici comunali e altri soggetti» afferma il sindaco Paolo Vendramini «per reperire fondi utili alla riqualificazione della Casa del Sole, che sorge a fianco della casa di riposo. Già in loco trovano posto l’associazione “Belluno Donna” e l’Aism. Nell’edificio centrale, invece, al primo piano sorgeranno appartamenti per persone con disabilità e, al secondo, spazi condivisi (cohousing) per soggetti fragili: 570mila euro è il totale dei due interventi, per i quali annoveriamo i finanziamenti Sisus e Pnrr».
Secondo Vendramini la Cittadella dei Servizi a Ponte nelle Alpi può contribuire a dare risposte alla crisi della sanità bellunese: «Anche a causa dei tagli della Regione Veneto» prosegue il primo cittadino «Provincia e Comuni sono stati lasciati soli dalla Regione e dal Governo ad affrontare la difficile situazione socio-assistenziale del territorio montano». Solo le politiche regionali e nazionali possono dare le risposte adeguate, sottolinea il sindaco.
Vendramini pone l’accento sul fatto che la competenza sanitaria e dell’Ulss sia regionale: «Mancano medici di base, abbiamo ambulatori che chiudono in ogni angolo della provincia, case di riposo che non trovano personale, reparti ospedalieri in difficoltà. Già nel mese di marzo, a Ponte nelle Alpi, si sono tenute riunioni di comitati per denunciare la situazione e per chiedere l’impegno di tutti a collaborare. Appelli che finora sono caduti nel silenzio degli organismi competenti. La Conferenza dei Sindaci, i sindacati, le istituzioni, i comitati proseguiranno la “battaglia civica” per dare voce alle necessità delle nostre comunità».
L’auspicio del primo cittadino di Ponte nelle Alpi è che arrivi un netto cambio di rotta in ambito sanitario. «È fondamentale che siano i Comuni a muoversi insieme ai cittadini. Stiamo assistendo a uno smantellamento del sistema sanitario pubblico e, insieme, alla messa in discussione del diritto alla salute. Tutto ciò non è accettabile. Vogliamo risposte certe. Saremo vicini ai comitati in difesa della sanità pubblica: non accetteremo una deriva verso il privato che sta determinando squilibri e disuguaglianze tra cittadini. Mancano in questa provincia 250 professionisti sanitari e socio-sanitari, una cinquantina di infermieri come minimo vitale e circa 45 medici di medicina generale».
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