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domenica 21 Settembre 2025, San Matteo

La lontra è tornata, uno studio sul periodico «Caccia 2000»

La lontra "fototrappolata" in provincia di Belluno da Fabio Dartora

In copertina uno sciacallo dorato, un lupo, una lontra, un orso bruno. Si presenta così, con questi bellissimi animali, il numero di agosto 2023 del periodico «Caccia 2000», organo di informazione dell’Associazione Cacciatori Bellunesi che da pagina 20 propone uno studio scientifico scritto a più mani sul ritorno della lontra nelle Dolomiti Bellunesi. Lo firmano Fabio Dartora, Mirco Piccin, Lisa Azzalini, Oscar Da Rold, Cesare Sacchet, Massimo Semenzato, Stefano Vendrami, Giorgia Cortelezzi, Giulio Fullin, Riccardo Deon, Ernesto De Zolt, Sandro Triches, Gabriele De Nadai, Michele Cassol, Luca Lapini.

La lontra, vi si legge, è un «predatore di vertice» degli ecosistemi acquatici: un maschio di lontra domina e difende tratti di fiumi della lunghezza di venti chilometri, talora trenta. Le lontre cambiano spesso rifugio e per questo hanno acquisito la fama di «predatori nomadi», ovunque rari, sconosciuti e sfuggenti. «Vere e proprie leggende».

Dagli anni Cinquanta è cominciata in Europa la crisi della presenza della lontra, in buona parte dovuta allo scadimento della qualità dell’acqua. Nel Veneto la lontra c’era, nel 1929 veniva indicata presente anche in provincia di Belluno, ma «poco comune» già nel 1948. Si muove di notte, gli avvistamenti diretti sono rari, per questo nei decenni scorsi alcune indicazioni di questo tipo non sono state considerate indice sicuro di presenza. Ma la lontra lascia segni, li lascia apposta per marcare il territorio e non sfuggono all’olfatto: gli escrementi hanno «un oleoso e gradevole odore di miele e gamberetti liofilizzati che non può essere confuso con nessun altro». Per scoprirla, oggi abbiamo anche il validissimo aiuto delle fototrappole.

Gli esperti sono convinti che il ritorno della lontra abbia a che fare con la Convenzione di Stoccolma del 2001: ha messo al bando, tra le sostanze inquinanti, organoclorurati e Pcb e «la risposta della lontra a questi aiuti è stata rapidissima». La “riscossa” è partita da Cechia e Ungheria, poi è tornata in Austria e dunque in Italia: nel nostro Paese se ne stimano novecento esemplari. Recentissima la sua ricomparsa in Veneto, più precisamente lungo il rio Digon, in Comelico: il rinvenimento delle tracce risale al 12 novembre 2022, poi nel gennaio scorso una lontra è stata “fototrappolata” sul torrente Ansiei, in comune di Auronzo di Cadore. Il 25 febbraio di nuovo le foto: alla confluenza tra Piave e Cordevole, in Valbelluna. Vuol dire che le nostre acque “stanno bene”.

«Silenziosa come se n’era andata, la lontra è tornata e la sua diffusione è ormai sempre maggiore – al di là di ogni nostra più rosea previsione – probabilmente occupando già più di ottanta chilometri di aste fluviali» in provincia di Belluno, scrivono gli esperti. «Spetta a noi cercare di capire cosa sta succedendo, per garantire la conservazione della popolazione di lontre che si sta formando».

Bentornata, dunque, cara lontra.

Luigi Guglielmi

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