Venerdì 22 settembre nella sala consiliare del comune di Quero Vas il Fondo per l’ambiente italiano (Fai) e l’Amministrazione comunale hanno illustrato aggiornamenti e avanzamenti del progetto di recupero della malga di Monte Fontana Secca: centocinquanta ettari di pascolo d’alta quota e bosco situati sul Massiccio del Monte Grappa, donati al Fai nel 2015 da Liliana e Bruno Collavo in memoria dei genitori Aldo Collavo ed Erminia Secco.
Il cantiere è aperto: da giugno sono partiti i lavori per il recupero dell’alpeggio e il restauro degli edifici storici della casera, dell’alloggio del malgaro e dello stallone, che termineranno nel 2025. Obiettivo del progetto è quello di riportare al pascolo le tradizionali vacche burline e riattivare la produzione casearia, per ripristinare un paesaggio storico di valore culturale e naturalistico, che tornato alla sua funzione sarà così manutenuto e protetto, ma soprattutto per raccontare, attraverso l’esperienza diretta della gestione di un alpeggio, la pastorizia di montagna: un patrimonio di grande valore, di cultura oltre che di pratiche, che oggi è anche un’occasione di sviluppo di economie locali e sostenibili.
La funzione educativa è al centro del progetto e ad essa sarà dedicato l’edificio più grande: lo stallone, infatti, diventerà un centro didattico a disposizione delle scuole, e in particolare un centro di formazione per studenti di agronomia, italiani e stranieri, che avranno anche la possibilità di alloggiare nell’edificio che sarà dotato di servizi e di 16 posti letto.

Il recupero della malga si deve alla sinergia tra il Fai e il Comune di Quero Vas, che ha permesso di beneficiare di un significativo contributo del Fondo Comuni Confinanti, volto all’attuazione di un ampio progetto di sviluppo territoriale, grazie a una convenzione firmata dal presidente del Fai e dal sindaco di Quero Vas. Il restauro e la rifunzionalizzazione dello stallone si devono anche all’importante sostegno di Fondazione Same, la cui esperienza in campo filantropico, nella realizzazione e nella promozione di simili centri di formazione specialistica in Africa ha in gran parte ispirato questo progetto. I lavori in corso comprendono anche il restauro della casera di valle, o casa del malgaro, condotti grazie ai fondi del Pnrr.
Accanto al cantiere di restauro il Fai prosegue anche l’attività nel “cantiere della conoscenza”. In virtù di un accordo con l’Università degli Studi di Padova, e grazie al contributo di Fondazione Cariverona, continua infatti l’attività di ricerca multidisciplinare su Monte Fontana Secca e il suo contesto: dal 2018 a oggi sono state erogate sette borse di studio a giovani ricercatori che hanno arricchito di contenuti inediti il patrimonio di conoscenza, portando in luce, sul terreno e negli archivi, documenti e dati che saranno oggetto della valorizzazione culturale a cura del Fai.
Grazie al sostegno di Fondazione Cariverona, inoltre, il Fai ha avviato la produzione, affidata a Jolefilm, di un documentario dedicato al recupero della malga di Fontana Secca e al racconto del paesaggio e del paese di Quero Vas, con la presenza come autore e interprete di Marco Paolini, accanto a diversi cittadini, protagonisti e testimoni della storia del luogo. Il video ripercorre la vicenda dolente della grande guerra, ma rievoca soprattutto la memoria della vita contadina, in alpeggio, con le sue usanze ancora attuali, e con i cambiamenti, invece, dovuti alla crisi climatica e all’abbandono dei pascoli, legando così il passato al presente e al futuro. Il documentario è ancora in fase di lavorazione, ma verrà proiettato nella sua versione definitiva in uno spazio che il Comune di Quero Vas realizzerà in paese, allestito a cura del Fai, concepito con l’obiettivo di promuovere presso un pubblico largo, locale e di passaggio, una conoscenza più approfondita del territorio e per invitare a visitarlo.
Alla scoperta di questo territorio, ancora grazie a Fondazione Cariverona, il Fai ha già portato, intanto, un centinaio di studenti delle scuole superiori del circondario, che hanno partecipato nei mesi scorsi a quattro itinerari didattici lungo i sentieri del Grappa.
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