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martedì 3 Giugno 2025,

Le prime idee per arrivare all’ecomuseo dell’occhiale

Aziende, enti e portatori di interesse si sono confrontati a Pieve

Sviluppare l’ecomuseo dell’occhiale bellunese valorizzando la storia del distretto attraverso un percorso condiviso: spunti importanti sono venuti dal workshop che nei giorni scorsi ha visto aziende, enti e portatori di interesse coinvolti nel progetto «Terre dell’Occhiale – Ecomuseo dell’occhialeria bellunese» confrontarsi nella sede del Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore.

«C’è un patrimonio immenso nell’occhialeria bellunese, fatto da quasi 150 anni di storia» ha sottolineato Giovanni Fontana professore dell’Università di Padova e tra i coordinatori del progetto «parliamo delle collezioni, ma anche di tutto quel sapere che ancora si ritrova nelle aziende che qui hanno le loro radici o la loro sede, dei siti, degli itinerari: noi vogliamo mettere tutto questo a sistema in un ecomuseo, non con l’ottica della musealizzazione, ma per valorizzare questo patrimonio in una leva di nuovo sviluppo».

Il turismo industriale è un settore che in Italia muove quasi 900mila visitatori all’anno, per un giro di affari di 25 milioni di euro. Nella terra dell’occhiale dovrebbe guardare alla sostenibilità ambientale e con un occhio anche alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: «Stiamo lavorando alla realizzazione di una collezione dedicata agli uomini e agli sportivi d’eccellenza: abbiamo gli occhiali di Papa Francesco, da poche settimane quelli del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e poi le maschere da sci della nazionale femminile dalla Goggia alla Brignone e molto altro» anticipa il presidente della Fondazione Museo dell’Occhiale Vittorio Tabacchi «anche questa iniziativa rientra nel concetto dell’ecomuseo di aprire le porte delle realtà dell’occhialeria bellunese al turismo».

Il progetto «Terre dell’Occhiale – Ecomuseo dell’occhialeria bellunese» non può prescindere dalla storia della nascita dell’occhiale, quindi ecco il coinvolgimento degli archeologi cadorini per studiare e valorizzare i “resti” della prima fabbrica di occhiali in collaborazione con il Comune di Calalzo di Cadore e il Gruppo Archeologico Cadorino.

Si sono dimostrati particolarmente coinvolti nel confronto i partecipanti al workshop, una quindicina, dai titolari di occhialerie a disegnatori e formatori, fino ai rappresentanti di enti e categorie: hanno ascoltato la presentazione del progetto e le sue possibili evoluzioni, proponendo idee che sono state raccolte anche grazie ad un questionario realizzato per l’occasione.

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