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venerdì 6 Giugno 2025,

Cimice asiatica, Pozzebon: servono antagonisti naturali

All’incontro organizzato dal Lions ha parlato l’entomologo dell’Università di Padova (Wikipedia)

Della cimice asiatica, della sua presenza e diffusione anche nel nostro territorio, si è parlato nel convegno di apertura della manifestazione Mele a Mel che si è tenuto il 5 ottobre nell’ex chiesa di San Pietro. L’evento è stato promosso dal Lions Club Feltre Castello di Alboino in collaborazione con Comune Borgo Valbelluna, Coldiretti Belluno, consorzio Mele a Mel e l’ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Belluno.

Alberto Pozzebon.

È intervenuto Alberto Pozzebon, entomologo dell’Università degli studi di Padova. La cimice asiatica è un insetto fitofago invasivo che si nutre di piante di origine asiatica. Soprattutto a causa delle dinamiche legate alla globalizzazione degli scambi commerciali, l’insetto si è diffuso in tutto il mondo tranne Australia e Nuova Zelanda ed è arrivato anche in Italia, con una maggiore diffusione al nord. La cimice asiatica ha un’elevata mobilità e capacità di dispersione: mediamente percorre in volo 5 chilometri in un giorno, è la responsabile di gravi danni in agricoltura, soprattutto alle coltivazioni frutticole di melo, pero, susino e kiwi. Si è stimato che nel solo Nord Italia il danno economico sulle coltivazioni di melo e pero nel 2019 sia stato di 600 milioni di euro. E la pianura padana si sta rivelando un habitat ottimale per l’insetto, dove è in atto un aumento della sua espansione favorito dalla ospitalità climatica. Anche nel Bellunese, però, si registra un aumento della sua presenza, legato all’innalzamento delle temperature.

Per contrastare la cimice asiatica e prevenire la sua diffusione, nel Veneto sono stati introdotti degli antagonisti naturali prevenienti anch’essi dai paesi di origine della cimice: la lotta chimica non è la soluzione, ha precisato Pozzebon, «come Università di Padova crediamo nella lotta biologica con l’obiettivo di inserire degli antagonisti naturali alla cimice nelle zone a maggiore produzione frutticola. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti e ci auguriamo che riducano ulteriormente l’attività della cimice nei nostri territori».

«Dobbiamo correre ai ripari» ha detto Chiara Bortolas presidente di Coldiretti Belluno «pensavamo che la cimice fosse un problema lontano dal Bellunese ma non è così. È importante pensare e riflettere su cosa fare, altrimenti in futuro i danni originati da questo insetto li vedremo tutti. Anche i nostri piccoli produttori ci hanno segnalato danni ai pomodori coltivati in serra che vanno poi a comprometterne la vendita».

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