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lunedì 15 Dicembre 2025,

Dolomiti Ambiente, nessuna offerta dopo la messa in gara della Provincia

Deola: «il contesto di grande incertezza in cui versa l’affidamento del servizio nel nostro bacino ha fortemente scoraggiato potenziali acquirenti»

Si è chiusa ieri la procedura di evidenza pubblica per la dismissione della partecipazione della Provincia in Dolomiti Ambiente e non sono pervenute offerte. «Purtroppo, il contesto di grande incertezza in cui versa l’affidamento del servizio nel nostro bacino ha fortemente scoraggiato potenziali acquirenti», commenta Simone Deola, consigliere provinciale con delega all’ambiente. «Il tema della mancanza di sicurezza sulla continuità del conferimento si è dimostrato dominante. Da questa gara non viene messo in discussione il valore e la potenziale strategicità della società ma, più che mai, il contesto e il meccanismo nei quali essa dovrebbe operare».

La gara era stata pubblicata il 16 agosto dopo che erano fallite le trattative per la cessione diretta da parte della Provincia alle 4 società che si occupano attualmente della raccolta. «Come amministratori pubblici dovremmo avere a cuore il futuro di un bene pubblico che, nel contesto dei rifiuti, in questo momento, significherebbe maggiore autonomia e indipendenza e che potrebbe vedere anche l’implementazione di ulteriori lavorazioni e fonti di business come l’ambito energetico», continua Deola. «Questo però non è accaduto e anzi si è vista una generale ostilità nei confronti de La Dolomiti Ambiente con considerazioni pubbliche che seppur ampiamente smentite, gettano cattiva luce sulla società, e scelte formali, come l’ultima deliberazione dell’assemblea del Consiglio di Bacino che, di fatto e in questo momento, escludono lo smaltimento dal perimetro dell’affidamento del servizio concentrandolo esclusivamente nella raccolta».

Permane comunque la possibilità per Bim Gsp di esercitare il diritto di prelazione entro circa 90 giorni pareggiando il valore che rappresentava la base d’asta della procedura di dismissione. «Ho sentito in questi mesi tecnici e amministratori paventare e auspicare che il conferimento dell’umido avvenga in altri impianti che sarebbero meno costosi, ma le vere domande sono», conclude Deola, «si è certi che i prezzi che altri impianti propongono in questo momento siano garantiti anche per gli anni futuri? Si è calcolato il costo ambientale che il trasporto di 20 mila tonnellate di umido all’anno avrebbe, ancor più in una provincia che si candida a diventare Carbon Neutral? Si sono calcolati i costi economici e ambientali che avrebbero i diversi centri di travaso necessari per trasferire fuori provincia il rifiuto umido? Si è calcolato a livello strategico e politico quali sarebbero le ripercussioni che la dismissione di qualsiasi forma di smaltimento avrebbe? Queste e altre domande credo debbano essere alla base delle scelte dei sindaci che a breve saranno chiamati a esprimere mandato a Bim Gsp di esercitare il diritto di prelazione che, a questo punto, rappresenta l’ultima ancora di salvataggio, non tanto de La Dolomiti Ambiente, quanto, a mio avviso, dell’affidamento del servizio integrato di raccolta e smaltimento dei rifiuti in provincia di Belluno».

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1 commento

  • Se la stessa Provincia manifesta incertezza, immaginarsi chi vuole assumersi in carico l’onere di un’attività destinata a fallire

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