Torna il tradizionale appuntamento musicale di inizio dicembre dal titolo «Una serata per ricordare…» proposto dal Coro Monti del Sole e giunto quest’anno alla 24ma edizione. Il concerto che si terrà sabato 2 dicembre alle 20.45 al Palaskating di Sedico e vedrà anche la partecipazione del Coro Tre Pini di Padova, compagine fondata nel 1958 dal grande armonizzatore Gianni Malatesta e da lui guidata quasi fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2021. Non è la prima volta che le due formazioni corali si trovano a condividere lo stesso palco: nel 2000, infatti, il coro patavino fu ospite dei festeggiamenti per il trentennale del gruppo Ana 33 di Mas-Libano.
L’evento «Una serata per ricordare…» nacque nel 1998 su iniziativa dell’allora presidente del Coro Monti del Sole, Umberto Dall’O’, con il desiderio di omaggiare la memoria tanto dei maestri Paolo Bittante e Gianni D’Incà quanto dei diversi coristi scomparsi negli anni, cantando canzoni e raccontando aneddoti legati al passato e al presente del coro, in un’atmosfera capace di infondere nel pubblico e nei coristi stessi un senso di appartenenza a una grande famiglia.
Condivisione e ricordo sono due termini che accomunano i due cori protagonisti a Sedico: lo scorso 30 settembre, infatti, anche il “Tre Pini” ha organizzato una serata al Teatro ai Colli di Padova, per celebrare il 65° anniversario di attività musicale e onorare la memoria del maestro Malatesta; una serata alla quale anche una delegazione del “Monti del Sole” ha assistito da spettatrice, quasi a voler suggellare la reciproca stima e l’impegno preso per il prossimo 2 dicembre.
Oltre al ricordo degli amici e alla celebrazione di un altro anno di attività, il Coro Monti del Sole rivolge un pensiero al futuro puntando a integrare l’organico con qualche nuova voce: «La fiducia reciproca tra noi coristi, così come quella tra coro e direttore, costituisce le fondamenta su cui poggia l’equilibrio di qualsiasi attività corale; su di essa si è costruito e continuiamo a costruire» afferma il presidente Stefano Colle «il canto popolare è storia di un territorio da conservare, è cultura che ci appartiene nei valori e sentimenti collettivi di cui è portavoce. Per questo confidiamo che anche le nuove generazioni si possano avvicinare al canto corale, come segno di continuità tra passato, presente e futuro».
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