Con una presenza di pubblico straordinaria, si è chiuso ieri il ciclo di concerti dedicati alla memoria del Vajont e inseriti nel calendario degli eventi del sessantesimo anniversario della tragedia. Oltre 500 persone hanno riempito la chiesa parrocchiale di Longarone per ascoltare il repertorio del coro della Sat di Trento (Società Alpinisti Tridentini), il più celebre tra i cori maschili italiani “di montagna” e uno dei più antichi, dato che è stato fondato nel 1926.
I canti di montagna del coro Sat si sono alternati con le ugole del coro Voci delle Dolomiti, diretto dal maestro Michele Feltrin, in un dialogo musicale che ha appassionato tutto il pubblico. «La musica ha veicolato la memoria del Vajont con una serie di concerti che hanno raccolto grande entusiasmo e aiutato a ricordare il disastro con uno sguardo proiettato al futuro», spiega il sindaco di Longarone, Roberto Padrin. «Il messaggio lanciato anche dai concerti, in questo 60° anniversario, è che disastri simili, provocati dalla mano dell’uomo, non devono mai più ripetersi».

Durante il concerto ci sono stati anche due momenti speciali: il riconoscimento al colonnello Stefano Fregona per il sostegno dato all’organizzazione del raduno degli ex soccorritori; e il collegamento web con le comunità gemellate con Longarone – Kutina (Croazia) e Urussanga (Brasile) – che hanno portato il loro saluto.
Adesso il calendario degli eventi del 60° anniversario del Vajont prosegue con l’appuntamento di sabato 16 dicembre, quando Longarone ospiterà la cerimonia di premiazione del primo premio nazionale Fnsi per il giornalismo d’inchiesta sui territori, dedicato alla figura di Tina Merlin. Nei giorni scorsi è stata svelata la cinquina dei finalisti. La cerimonia comincerà alle 10.30, nella sala consiliare del municipio.
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1 commento
Paola Silvestri
Purtroppo la chiesa era freddissima, tanto da togliere parte della concentrazione all’ascolto.