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lunedì 16 Giugno 2025,

Cardiologie di Belluno e Feltre: «Lavoriamo insieme per garantire le migliori cure e un’elevata qualità delle prestazioni»

L'attività dei due reparti è in crescita, il San Martino è specializzato nell'emodinamica, il Santa Maria del Prato nell'elettrofisiologia. E la telemedicina è pratica quotidiana

All’ospedale di Belluno saranno operative dalla prossima estate la nuova sala ibrida e la nuova sala di emodinamica. A Feltre da qualche mese c’è una sala operatoria dedicata all’elettrofisiologia, per procedure complesse come impianti di pacemaker e defibrillatori. E in entrambe le realtà la telemedicina e la telecardiologia non sono una frontiera lontana, anzi: sono diventate ormai una pratica quotidiana. «Le due Cardiologie, pur con diverse specificità, collaborano in modo molto stretto», hanno evidenziato Alessandro De Leo e Mauro Fantinel, primari rispettivamente a Belluno e a Feltre. «Lavoriamo insieme per garantire le migliori cure e un’elevata qualità delle prestazioni».

I dati dei reparti
L’attività è in aumento, come testimoniano i numeri. Nel 2023, rispetto al 2022, i ricoveri sono cresciuti del 3%: 2.063 in totale, di cui 1.153 nella Cardiologia di Belluno e 910 in quella di Feltre. In crescita anche le prestazioni, come illustrato dal commissario dell’Ulss 1 Dolomiti Giuseppe Dal Ben e dalla direttrice sanitaria Maria Caterina De Marco: in totale 36.922 (18.533 a Belluno e 18.389 a Feltre), un +5% sul 2022. Crescita ancora più marcata sul fronte interventi (specie angioplastica ed elettrostimolazione): 1.078 in totale (647 a Belluno e 431 a Feltre), 11% in più rispetto al 2022. «Per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali», ha detto De Marco, «le nostre unità operative stanno facendo un grosso sforzo per rispettare le classi di priorità: per le B (breve, entro 10 giorni) le difficoltà sono state risolte, ne restano per le priorità D (differita). Questo perché i reparti hanno “perso”, nell’ultimo anno, un cardiologo a testa ed è stato necessario riorganizzare l’attività». A Belluno i medici sono 11, 12 con il primario. «Di fatto 10», ha precisato De Leo, in quanto un cardiologo è impegnato nel servizio di cardiologia a Pieve di Cadore. «Dal punto di vista dell’organico, ci auguriamo che tra un paio d’anni la situazione possa migliorare: in Veneto c’è una quarantina di specialisti in cardiologia che termina il suo percorso ogni anno e questo ci fa ben sperare». A Feltre si contano 10 cardiologi, 11 con il primario. «Il numero ideale non esisterà mai», ha commentato Fantinel, «l’importante è collaborare su percorsi trasversali, migliorando il lavoro di rete, anche con i medici di famiglia».
Sul fronte attrattività, dei 133 ricoveri alla Cardiologia di Belluno 92 sono stati intra regione e 41 extra regione; per i 178 di Feltre, 92 intra regione e 86 extra regione. Prestazioni: a Belluno 545, di cui 261 per pazienti veneti e 329 da altre regioni; 2.041 a Feltre, di cui 1.012 in regione e 1.029 da altri territori. I numeri più alti del Santa Maria del Prato sono giustificati dal fatto che Feltre serve anche i bacini del Primiero e, in parte, dell’Alto Trevigiano.

Le attività specialistiche
La Cardiologia di Belluno è specializzata nell’emodinamica. «Eseguiamo più di mille coronarografie e oltre 400 angioplastiche all’anno», ha precisato De Leo. «Il San Martino è centro hub per l’infarto miocardico acuto (Ima), causato dall’ostruzione di una coronaria, che rimane ancora oggi è la principale causa di morte improvvisa nella popolazione adulta (sopra i 35 anni) nei Paesi occidentali». Sia per l’Ima che per le altre patologie acute cardiache “tempo dipendenti” a Belluno è attiva una vera e propria rete. «È indispensabile agire in tempi rapidi», ha aggiunto il primario, «e devo dire che riusciamo a lavorare bene, come dimostra il Piano nazionale esiti, che mette a confronto tutte le strutture italiane che praticano emodinamica: la percentuale di mortalità a 30 giorni da un infarto miocardico acuto da noi è più bassa rispetto ad altri territori e abbiamo anche percentuali molto buone sul fronte della tempestività dei trattamenti con angioplastica».
Il sintomo tipico dell’infarto miocardico acuto è un dolore toracico prolungato, intenso e apprensivo, accompagnato a volte anche da mancanza di respiro. Un sintomo da non trascurare: «Importantissimo attivare immediatamente il 118», ha esortato De Leo, «ed è possibile anche eseguire l’elettrocardiogramma a domicilio: se l’Ima è diagnosticato, la persona viene subito portata in Cardiologia, senza dover passare per il Pronto soccorso».
Al San Martino sono attive poi la terapia intensiva cardiologica (Utic), l’attività di elettrostimolazione (impiantistica di pacemaker), diagnostica per immagini di secondo livello, ambulatorio per lo scompenso cardiaco, per pazienti con patologie croniche. Negli ultimi tempi il reparto sta anche collaborando con la Radiologia per l’esecuzione di tac e risonanze magnetiche al cuore, attività che in futuro avrà sempre più spazio sul fronte diagnostico.
«La nostra specificità è l’elettrofisiologia», ha evidenziato il primario di Feltre, «di cui ci siamo sempre occupati sin da quando, negli anni Novanta, è stato aperto il reparto. Siamo specializzati nel trattamento della fibrillazione atriale, nella diagnosi e cura delle aritmie. Riveste un ruolo importante nel nostro reparto anche la riabilitazione post infarto, con tutti gli aspetti legati non solo all’attività motoria, ma anche agli stili di vita corretti e all’individuazione dei fattori di rischio. Un’altra sfida importante, insieme alla diagnostica non invasiva, è quella della telemedicina. In questo senso è fondamentale il fascicolo elettronico e sarebbe da lanciare un appello affinché tutti vi accedano. Questo per garantire la trasmissione di dati da una persona a un’altra attraverso un mezzo informatico. Queste persone possono essere normali cittadini, pazienti, infermieri e medici». Grazie alla telemedicina la Cardiologia di Feltre segue circa 850 pazienti, non solo bellunesi, ma anche da altre regioni d’Italia. Belluno ne segue dal canto suo 500.

Da sx, Mauro Fantinel, Maria Caterina De Marco, Giuseppe Dal Ben, Alessandro De Leo.

Le novità
Da poco tempo all’ospedale di Feltre l’ambulatorio di elettrofisiologia è diventato sala chirurgica per procedure complesse come cardioversioni (piccole bruciature nel muscolo cardiaco che bloccano le aritmie), impianti di pacemaker e defibrillatori. «Nel momento in cui si mettono delle protesi il rischio maggiore è quello infettivo ed è fondamentale che questi interventi vengano eseguiti nell’ambiente più sterile possibile», ha ricordato Fantinel.
A Belluno è partito l’iter per la realizzazione della nuova sala ibrida e della nuova sala di emodinamica. Quest’ultima sarà dedicata alle procedure di cardiologia interventistica, mentre la sala ibrida sarà destinata in particolare a procedure di chirurgia endovascolare. La sala ibrida è una sala operatoria con tecnologia di altissimo livello integrata con sistemi di radiologia che permette di operare e allo stesso tempo controllare e guidare attraverso strumenti di imaging le procedure, con più sicurezza per il paziente. «I lavori si concluderanno a fine maggio e le nuove sale saranno attive per l’estate», ha anticipato Dal Ben. «La sala ibrida potrà essere utilizzata da tutte le unità operative che usano tecniche chirurgiche avanzate, quindi mininvasive sotto guida radiologica, ma che potrebbero avere necessità di convertire l’intervento in chirurgia classica». Bisogna precisare che per quanto riguarda la cardiochirurgia, il centro di riferimento continuerà a essere quello di Treviso, con cui Belluno ha rapporti quotidiani.

«La settimana del cuore 2024», due incontri
Per la settimana del cuore 2024 l’Ulss Dolomiti ha programmato due eventi. Il primo si terrà il 14 febbraio dalle 14.45 alle 19 nella sala convegni dell’ospedale di Belluno. Il titolo è «La cardiologia di genere». A Feltre l’appuntamento è il 16 febbraio dalle 15.30 alle 19, in sala convegni: «Il segreto è nel cuore». Si parlerà delle principali patologie cardiovascolari, anche con focus al femminile, di coronarografie e angioplastica, di fattori di rischio, di segni e sintomi della sindrome coronarica acuta, di come l’alimentazione aiuti a ridurre il rischio cardiovascolare, di come invece lo aumentino ipertensione, fumo, diabete, stress e depressione. Per info: www.aulss1.veneto.it oppure scrivere a comunicazione@aulss1.veneto.it
«C’è da dire che dal punto di vista cardiologico la popolazione bellunese sta abbastanza bene», hanno sottolineato i primari, «e la sopravvivenza è superiore rispetto alla media nazionale. L’attività di prevenzione resta fondamentale. Da qui l’attenzione ai fattori di rischio e allo stile di vita». Martina Reolon

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