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mercoledì 4 Giugno 2025,

Inverno “caldo” per i soccorsi: i numeri (e un cenno alla vicenda di Misurina)

«I bollettini dell'Arpav bisogna leggerli bene» ha ammonito Selenati, Cnsas «mi riferisco anche alla vicenda di Misurina, uno se li consulta bene sa cosa fare»

Sforzi premiati: in dicembre l’Ulss 1 Dolomiti aveva presentato il piano speciale per le attività di soccorso nella stagione invernale (che non si è ancora conclusa, in alcuni comprensori le piste da sci sono tuttora aperte) ed effettivamente c’è stato bisogno di speciale efficienza e coordinamento perché il grande numero dei frequentatori della montagna ha determinato un aumento complessivo del 5% negli accessi alle sedi di pronto soccorso. Ma alle spalle degli accessi in PS si contano in grande numero gli interventi di soccorso “sul campo”, prevalentemente nelle aree turistiche. Giuseppe Dal Ben direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti ha chiamato i giornalisti per fare il punto riunendo tutti gli attori impegnati nel panorama del soccorso e ha quindi ringraziato il Suem, il Soccorso alpino Cnsas, il Soccorso alpino della Guardia di Finanza, gli Alpini, i Carabinieri e il volontariato “delle Croci”, cioè delle ambulanze.

Per le “Croci”, che sono in provincia 16 associazioni di volontariato, ha parlato Felice Gaiardo di Alleghe, quasi cinquanta ambulanze nelle Dolomiti Bellunesi e ben 150 volontari: «Siamo un bel battaglione!» ha sottolineato ammiccando alle forze dell’ordine e ricordando, così, per inciso, che l’anno scorso il coordinamento ambulanze di Agordino e Zoldo ha compiuto trent’anni ma le singole associazioni ne hanno mediamente quaranta: «operativi da prima del Suem!». E fondamentali: nella vallata del Cordevole le ambulanze dei volontari hanno effettuato una media di dieci interventi al giorno, una decina di persone in codice rosso, in stretto affiancamento agli interventi dell’elisoccorso. «Dati di effettiva efficacia». Dal Ben guarda, ascolta, annuisce, sorride.

Nella sala riunioni dell’Ospedale di Belluno è stato presentato un bilancio stagionale fatto di numeri, scendendo poco o nulla nei particolari dei fatti salienti. Ma ci ha pensato Rodolfo Selenati, presidente del Soccorso Alpino Cnsas Veneto, a citare la vicenda di pochi giorni fa a Misurina, Forcella della Neve, dove una comitiva di ragazzini friuliani in gita con il Cai, in condizioni di massimo rischio valanghe al grado 4 forte, l’ha rischiata grossa: la valanga si è puntualmente staccata, ha travolto alcune persone, una 14enne è rimasta sepolta sotto un metro di neve ed è stata salvata per miracolo. La prevenzione, ha detto Selenati, è il fattore fondamentale, «lo stiamo portando nelle scuole». E poi ha voluto citare l’Arpav, che non era presente all’incontro al San Martino: «I bollettini dell’Arpav bisogna leggerli bene» ha ammonito «mi riferisco anche alla vicenda di Misurina, uno se li consulta bene sa cosa fare». E chi vuol capire capisca. A questo punto sono intervenuti i giornalisti, lamentando la poca chiarezza, da parte delle istituzioni coinvolte, nella ricostruzione della vicenda, per esempio in merito alla presenza sul posto di una pattuglia del Soccorso alpino della Guardia di Finanza ufficialmente in esercitazione, ma poi si è saputo che gli escursionisti erano amici e parenti dei due finanzieri, un paio addirittura figli di uno dei due, prelevati in elicottero del soccorso alpino dell’Aiut Alpin Dolomites in affiancamento al nostro Cnsas. Dal Ben l’ha chiusa lì dicendo che il tema non era all’oggetto della conferenza stampa e che se ne riparlerà, ma dai giornalisti è venuta la richiesta di maggiore trasparenza e precisione nelle comunicazioni ufficiali. Ne va del rapporto corretto ed efficace con i media.

Alcuni dati. Tra l’8 dicembre e il 1° aprile una media di 284 accessi al pronto soccorso, 33.480 accessi totali (Belluno 13.098, Agordo 4.970, Auronzo 284, Pieve di Cadore 3.165, Feltre 11.963), +5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, nel periodo tra il 23 dicembre e il 7 gennaio, nel massimo afflusso di turisti, la media di accessi giornalieri si è elevata a 325. Quasi metà sono stati classificati con codice bianco, ma il 22% erano gravi e il 28% non in pericolo di vita ma sofferenti. Il Suem 118 ha ricevuto 22.108 chiamate, il 40,9% per traumi: 6.418 le missioni totali del Suem, 221 interventi primari di elisoccorso (il 60,1% su pista da sci). Sulle piste da sci sono stati eseguiti 1.735 interventi, il 34% nel comprensorio di Arabba, 30% Cortina, 20% Civetta, molto staccati gli altri.

Chiuso (quasi) l’inverno, si guarda all’estate e il direttore generale dell’Ulss ha anticipato qualcosa: intanto, sarà prolungata a Belluno la presenza del secondo elicottero, oltre a quello di Pieve, dal 6 luglio al 15 settembre. Ci saranno anche d’estate delle ambulanze aggiuntive, vista l’esperienza positiva fatta quest’inverno, «che è servita molto». Sarà rafforzata la medicina turistica, anche con la dialisi per chi viene in vacanza nelle Dolomiti Bellunesi.

L.G.

2 commenti

  • Sembra mutato in tante persone l’approccio alla montagna: ci vengono con tanta leggerezza, come andassero a un luna park, in scarpe da ginnastica o coi tacchi alti, per fare un giro sia con buone condizioni meteo sia che queste non ci siano.

  • Buonasera. Io vorrei sottolineare che non “è chiuso (quasi) l’inverno”, anzi, questo è il periodo più pericoloso per la pratica dello sci-alpinismo. L’apporto cospicuo di neve fresca, se da una parte invoglia a mettere pelli di foca e salire per godere poi di una lunga, bella discesa, dall’altra proprio per l’incoerenza del manto nevoso, i notevoli sbalzi di temperatura e, spesso, il lavoro del vento, possono con facilità provocare le condizioni ottimali per incorrere in pericolose avventure. E non dimentichiamo che talvolta possono andare incontro a rischio anche i solerti, ottimi soccorritori. Prudenza, è bello tornare a casa e poter raccontare in famiglia o agli amici le belle emozioni vissute!

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