Si è svolta ieri, giovedì 2 maggio, nella sala Cosmo di Pieve di Cadore, una conferenza organizzata dall’Istituto Comprensivo di Pieve di Cadore in collaborazione con il Coni e con i centri giovanili Don Mazzi. Al centro dell’incontro lo sport, inteso come momento di crescita personale e di confronto con i propri limiti e le proprie paure. A parlarne sono intervenuti, come esperti sportivi e in rappresentanza del Coni e dell’associazione Don Mazzi, Veronica Ceradini, veronese, ex nazionale di rugby e campionessa d’Italia; Marco Mestriner, trevisano, campione del mondo volley per trapiantati (Australia 2023); Niki Leonetti, veronese, responsabile del progetto «Si può fare».
I relatori, moderati da Alberto Cristani, giornalista, hanno parlato delle loro esperienze nel vissuto sportivo e delle enormi sfide che hanno dovuto affrontare. Veronica che, a seguito di un duro intervento, non ha più potuto svolgere sport di contatto ma che ha trovato una nuova prospettiva nel tennis; Marco che, a causa di un trapianto di reni, ha dovuto abbandonare il basket ma ha scoperto la pallavolo andando a vincere, come capitano della Nazionale, il Mondiale in Australia nel 2023. Infine Niki che ha parlato ai cuori dei ragazzi raccontando la sua storia, storia che inizia con un parto prematuro, una grossa carenza d’ossigeno e un lungo tempo tra la vita e la morte con rischio di paralisi e di ritardo mentale; la famiglia crede in lui, lo spinge a giocare, a stare con gli altri, ad affrontare la vita a viso aperto e così, un giorno, si ritrova con una palla da basket tra le mani, molte difficoltà ma un grande desiderio di farcela, di tenere duro, per lui ma ancora di più per la sua squadra che lo riconosce come fratello. Lo sport non inteso dunque solo come risultati o podi, ma come palestra di vita, luogo per allenarsi alle emozioni, alle sfide e alla resilienza.

Soddisfatto il dirigente scolastico Mauro De Lazzer, mentre Marco Bacchilega, docente di educazione fisica e organizzatore dell’iniziativa, sottolinea: «È stato bellissimo vedere l’empatia dei ragazzi con i testimoni, sentire le loro domande curiose e pertinenti; spesso colgo in loro la paura di buttarsi in uno sport per il timore di non essere all’altezza o di poter fallire, ma oggi è stata mostrata loro una diversa prospettiva, l’amore per il movimento, per la condivisione, l’orgoglio di rialzarsi dopo una caduta e la possibilità di trovare un nuovo ruolo nella società. È stata veramente una mattinata ricca di emozioni».
È intervenuta anche la sindaca di Pieve, Sindi Manushi, che ha sottolineato l’importanza del mettersi in gioco, la forma mentis che si costruisce attraverso l’impegno sportivo e la gioia e il divertimento che si provano quando impariamo a fare qualcosa di nuovo o condividiamo momenti di sport con gli altri.

Il messaggio della giornata è stato che tutti siamo diversi, ognuno di noi è speciale, ma lo sport è un linguaggio universale perché parla con le emozioni, è lo stesso linguaggio dell’amore e quando accettiamo di avere dei limiti e capiamo le nostre potenzialità ci aiuta a capire in che modo possiamo rendere questo mondo un luogo migliore.
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