La Dolomiti Ambiente Spa mostra conti in salute: il contenimento dei costi e gli efficientamenti di gestione che hanno accompagnato l’attività negli ultimi mesi hanno consentito di chiudere in attivo, lo ha confermato l’assemblea dei soci riunita oggi, giovedì 1 agosto, nella sede della Provincia a Belluno per approvare il bilancio 2023.
L’esercizio finanziario chiude con un utile di 155mila euro, riassume la nota diffusa dalla Provincia. Il risultato operativo ammonta a 270mila euro, mentre il valore della produzione è rimasto stabile (superiore ai 5 milioni di euro). Nel corso dell’esercizio il debito complessivo è stato ridotto di 750mila euro, di cui 470mila euro verso il sistema bancario. Il patrimonio netto della società ammonta a oltre 1,9 milioni di euro e l’ultima analisi sviluppata in occasione della presentazione del progetto per la copertura di Pra de Anta – in via di approvazione – ha certificato che le somme accantonate per la gestione del “post mortem” della discarica risultano congrue. Lo studio del bilancio evidenzia che la posizione finanziaria netta della Dolomiti Ambiente è positiva; il budget operativo 2024 conferma un trend positivo anche per l’anno in corso.
«Sono dati significativi e importanti, che testimoniano lo stato di salute della nostra società partecipata» ha commentato il presidente della Provincia Roberto Padrin. «Una società che continuo a ritenere strategica per l’intero territorio bellunese». Attilio Sommavilla, amministratore di Bim Gsp e socio della Dolomiti Ambiente spa, evidenzia in particolare «il contenimento dei costi che ci ha consentito una riduzione della tariffa che rende la società concorrenziale in modo stabile rispetto ad altri soggetti operanti nello stesso settore in Veneto. La società oggi è in grado di offrire un servizio a prezzi competitivi ma anche a ridottissimo impatto ambientale».
La Dolomiti Ambiente ha in essere una serie di progetti e investimenti. In particolare l’ottimizzazione termotecnica dell’impianto del Maserot, attraverso la produzione di biometano; e la produzione di compost di qualità (derivante dalla frazione organica di rifiuto) con l’obiettivo di una nuova linea di ricavi per la vendita del prodotto finale. «Si tratta di piani di investimento che consentono ulteriori efficientamenti e miglioramenti nella gestione e quindi ulteriori contenimenti dei costi» spiega Angelo Smaniotto, amministratore unico della Dolomiti Ambiente spa. «Inoltre, sono possibili sviluppi di nuove politiche energetiche sull’impianto del Maserot, in grado di ridurre sempre di più l’impatto ambientale e contemporaneamente anche le spese di gestione».
L’esame del bilancio sottoposto all’assemblea dei soci ha tuttavia evidenziato alcuni lati negativi. La nota della Provincia spiega che sono tutti legati al fatto che il Consiglio di Bacino non contempla la Dolomiti Ambiente nel perimetro delle entità al momento oggetto di attenzione. «Questo limita i piani di sviluppo e ci pone di fronte a due effetti gravi» sottolinea Smaniotto: «se i sindaci del territorio decidessero di andare a gara per l’affidamento fuori provincia dello smaltimento dell’umido, questo comporterebbe il rischio che la società non possa più proseguire la propria attività e questo significherebbe un danno patrimoniale e occupazionale insieme, nei fatti un clamoroso autogol. Dall’altra parte, se dovesse essere avanzata la scelta di portare l’umido fuori provincia, diventerebbe necessario fare investimenti sui siti di raccolta e stoccaggio che costerebbero più del valore stimato della società stessa. Senza contare l’impatto ambientale e anche economico che avrebbero i camion destinati a trasportare tonnellate di umido da qui ai siti di lavorazione fuori provincia».
«La Provincia si è già impegnata a destinare il ricavato della vendita delle quote di Dolomiti Ambiente in investimenti su progetti in ambito ambientale, come peraltro formalizzato fin dall’aprile 2022 in una lettera indirizzata alle società di raccolta ora raggruppate in Bellunum Holding» aggiunge il presidente Padrin. «Oggi però Dolomiti Ambiente viene completamente esclusa dai piani della nuova holding. È anche – e soprattutto – una questione di territorio. Auspichiamo che lo stato di salute della società possa stimolare un rapido e lungimirante dibattito tra i soggetti operanti nel comparto, perché si possa allargare l’orizzonte e la società venga inserita in un piano integrato dei rifiuti a livello provinciale».
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