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martedì 8 Luglio 2025,

Ora l’organo Bazzani nella chiesa arcidiaconale di Pieve è restaurato

Lavoro reso possibile dalla generosità dei parrocchiani e degli ospiti che entravano nel luogo di culto

«Il filo della musica, nella Bibbia, accompagna l’intera esistenza illuminandola. La fede, perciò, dovrebbe essere armonia e canto, come si ripete ininterrottamente nel Salterio: “Cantate al Signore un canto nuovo, suonate con arte e con ovazioni… Bello è lodare il Signore e inneggiare al tuo nome, Altissimo, sull’arpa a dieci corde, sulla lira e con canti accompagnati da cetra… Quanto è bello inneggiare al nostro Dio, quanto è affascinante innalzargli la lode!”». Con queste parole dell’arcidiacono Diego Soravia ha avuto inizio la celebrazione dell’inaugurazione e benedizione del restauro dell’organo Bazzani nella chiesa arcidiaconale di Pieve di Cadore. Un restauro durato diversi anni, ad opera della Ditta Zanin di Codroipo, restauro reso possibile dalla generosità dei parrocchiani e degli ospiti che entravano in chiesa resa bella e luminosa per i recenti restauri ma… mancavano le canne e il suono maestoso dell’organo.

Oltre 200 famiglie hanno contribuito al raggiungimento della somma di 240.000 euro; anche la Conferenza Episcopale Italiana ha sostenuto l’iniziativa con un suo contribuito. Nell’omelia il vescovo Renato ha preso lo spunto dalle 1.400 canne – dalla più piccola di alcuni centimetri a quella più grande di oltre 4 metri – per sottolineare l’importanza del camminare insieme nella vita parrocchiale e pastorale: “C’è posto per tutti nel viaggio della vita” . I fedeli che gremivano la chiesa hanno apprezzato, come primizia, il suono dell’organo che possiamo dire “nuovo” per gli accorgimenti realizzati dall’organario Francesco Zanin a cominciare dalla doppia tastiera dove si sono alternati Guerrato Efrem, organista della basilica di Motta di Livenza, e Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità di Cadore. Il Coro parrocchiale e il Coro “Cadore” hanno animato la celebrazione con le loro voci. Il suono dell’organo nel contesto celebrativo ha sostenuto il canto unanime dei fedeli, espressione di quel cantico che sarà veramente tale se all’accordo degli strumenti e delle voce si unirà la santità della vita. I fedeli erano consapevoli del momento particolare che si stava vivendo nella comunità parrocchiale alla vigilia dei 200 anni dell’organo ora rinato a nuova vita. Il brindisi condiviso da tutti, in sala parrocchiale, è stato un momento di vera gioia e di promettente armonia non solo tre le oltre 1.400 canne ma anche tra tutti i componenti della comunità. Ed è questo l’augurio espresso anche dalla sindaca Sindi Manusci.

1 commento

  • È veramente una emozione rivedere il vecchio organo restaurato e portato a lucido. Grazie alla ditta Zanin , che conosco personalmente, e a chi a reso possibile il recupero di questo grande valore che fa parte della Comunità di Pieve. Lucia Finotti

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