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martedì 10 Giugno 2025,

Agosto di caldo rovente, l’Arpav: è andata peggio solo nel 2003

Questa stagione si può classificare, mediamente, come la seconda più calda dell’ultimo quarantennio, dopo quella, famosa di 21 anni fa

Il mese di agosto appena trascorso è risultato più caldo del normale e generalmente meno piovoso. Lo dice l’analisi dell’Arpav: le temperature medie mensili nelle valli sono risultate, in media, ben 3°C superiori alla norma, con un’anomalia che è perdurata per quasi tutto il mese e con la fase più calda fra il 10 e il 17. Lo zero termico è variato fra un minimo di 3580 m del giorno 3 e un massimo di 5090 m del giorno 11. Lo scarto dalla norma della temperatura media di Belluno da inizio anno è ulteriormente aumentato e ora si assesta sul valore di +1.6°C. Con il 31 agosto è terminata l’estate meteorologica, che è risultata molto calda, mentre è stata normale per quanto riguarda le precipitazioni. Con i 3°C di anomalia di agosto, i 2°C di luglio e 1°C di giugno, questa stagione si può classificare, mediamente, come la seconda più calda dell’ultimo quarantennio, dopo quella, famosa del 2003, anche se da zona a zona la situazione cambia leggermente, tanto che, ad esempio, a Santo Stefano è stato eguagliato il 2003.

Anche andando indietro nel tempo, grazie alla serie storica di 145 anni della città capoluogo di provincia, viene confermata l’eccezionalità dell’estate 2024, la seconda più calda dopo quella del 2003, a pari merito con quella, lontanissima, del 1947. In quell’anno la stazione meteorologica era situata in città, presso le scuole Gabelli, dove rimase dal 1946 al 1959 (il fatto che fosse all’epoca in piena area urbana, normalmente un po’ più calda rispetto alla periferia, rafforza le conclusioni appena fatte sui dati di quest’estate, relativi al sito attuale, cioè presso l’aeroporto cittadino).

Le precipitazioni totali mensili sono state inferiori alla norma sulle Prealpi e sulle Dolomiti meridionali, con scarti negativi fra il 35% ed il 65%, mentre sulle zone più settentrionali, dove i temporali sono stati più frequenti o intensi, lo scarto negativo è stato contenuto (-20% ad Arabba) o nullo, come a Domegge e a Santo Stefano. La frequenza delle precipitazioni è stata leggermente inferiore alla norma, con 7-12 giorni
piovosi (7 a Sant’Antonio Tortal, 12 a Santo Stefano) a fronte di una media di 10-13. Il bilancio pluviometrico da inizio anno mostra ancora esuberi notevoli, pur leggermente ed irregolarmente ridimensionati, delineando però una situazione piuttosto variegata. Così ad esempio a Sant’Antonio Tortal è piovuto finora il 78% in più, mentre a Belluno solo il 32% in più. Nell’area dolomitica il surplus pluviometrico da inizio anno varia fra il 22% di Auronzo e il 59% di Forno di Zoldo. Finora il 2024 si sta rivelando il 4° più piovoso degli ultimi 40 anni.

Il bollettino Arpav si chiude con eventi o fenomeni particolari da ricordare di questo mese: il 6 violenti fenomeni temporaleschi investono in tarda serata il Comelico, con alcuni dissesti idrogeologici, danni per raffiche di vento e grandinate localmente abbondanti e dannose. La stazione meteorologica di Casamazzagno-San Leonardo misura una precipitazione eccezionale per quella località, con 62 mm in 45 minuti, di cui 54 in mezz’ora e 25 mm in 10 minuti. L’11 e il 12 si raggiungono i picchi di caldo del mese, con 35.9°C a Santa Giustina, 33.0°C a Santo Stefano e 29.7°C a Pescul. In alcune zone fa caldo anche di notte, e non solo nelle valli, con minime di 23.0°C a Quero e 19.7°C a Col Indes di Tambre.

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