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martedì 10 Giugno 2025,

In Valle del Biois i cartelli con il nome delle località in ladino ►FOTO

Il progetto interessa i comuni di Falcade, Vallada Agordina, Canale d'Agordo, Cencenighe Agordino e San Tomaso Agordino

È in corso di attuazione un progetto relativo alla toponomastica originaria della Valle del Biois, che interessa i comuni di Falcade, Vallada Agordina, Canale d’Agordo, Cencenighe Agordino e San Tomaso Agordino. Il progetto viene finanziato tramite la Provincia di Belluno, a valere sulla legge 482 del 1999. Negli anni scorsi era già stato portato avanti in altri comuni bellunesi, come Agordo, Voltago Agordino, Alleghe.

I primi cartelli con la toponomastica originale, in ladino-veneto, sono già stati collocati nel territorio del comune di Falcade. «Per le frazioni sono stati realizzati dei cartelli 180×60 con la scritta in bianco su sfondo marrone» spiega Danilo Marmolada dell’Union Ladina Val Biois. «Per quanto riguarda le altre località abitate il cartello è più piccolo e misura 90×60. Li stiamo installando sul territorio, un grazie agli Alpini, agli altri volontari e alla Pro loco».

E poi si procederà con le altre aree, con il supporto dei volontari e di concerto con le amministrazioni comunali. «Il progetto dovrà concludersi entro l’anno» spiega Marmolada.

L’importo del progetto è di 25 mila euro. È promosso dall’Union ladina Val Biois, responsabile anche della sua attuazione, su convenzione con la Provincia di Belluno.

Tutta la parte settentrionale della provincia di Belluno è caratterizzata dalla presenza della minoranza linguistica ladina, nelle tre varianti del cadorino (che va da Cortina al Comelico compresi), del ladino atesino (Livinallongo e la parte di Rocca Pietore a nord del torrente Pettorina), del ladino-veneto (medio-basso Agordino e Zoldo). La legge nazionale 482 del 1999 ha riconosciuto e delimitato questa situazione linguistica, sottoponendola a tutela e auspicando la valorizzazione delle parlate originarie, anche della toponomastica.

Fra i tratti fonetici principali che consentono di operare le maggiori distinzioni tra le diverse “famiglie” del ladino nelle Dolomiti Bellunesi, la matrice originaria atesina è indicata senza equivoco dal passaggio da a accentato a e accentato in posizione lontana da palatale (per esempio all’infinito del verbo: laoré invece di laorà) e dalla conservazione del nesso consonante+l (plié); la marcata conservazione di o in finale di parola è invece tipica del cadorino; il ladino-veneto è zona di transizione tra il ladino e le parlate bellunesi più meridionali, perciò nelle varianti ladino-venete molti tratti ladini risultano sfumati. Comune e caratteristica dell’area ladina è la palatalizzazione di ca e ga (come in cian e giat; ne restano solo relitti, però, nel ladino-veneto), così come l’importante conservazione dei suffissi in s del latino (come in ciases), che è particolarmente tenace nei dialetti cadorini della valle del Boite (Cortina compresa) ma altrove risulta ridotta a pochi plurali maschili (Livinallongo) e alla sola seconda persona singolare della coniugazione del verbo (fas).

L.G.

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